
Il governo di Parigi e l'UE sono pronti a dare battaglia se il presidente USA passerà dalle parole ai fatti, imponendo dazi fino al 100% sulle importazioni di prodotti francesi per un valore totale di 2,4 mld di dollari.
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Il governo di Parigi e l'UE sono pronti a dare battaglia se il presidente USA passerà dalle parole ai fatti, imponendo dazi fino al 100% sulle importazioni di prodotti francesi per un valore totale di 2,4 mld di dollari.
Prodotti cosmetici e alimentari francesi saranno fra le principali vittime della rappresaglia americana, per un volume di scambio sui 2,4 mld di dollari. Attese iniziative simili contro Italia, Austria e Turchia.
Sulla web tax, votata dal Parlamento francese e contestata dagli Stati Uniti perché unilaterale, i due Paesi hanno trovato un accordo “molto buono”. Continuano i lavori per una tassa internazionale a livello OCSE.
Il 26 agosto, il CEO di Kering François-Henri Pinault ha presentato al G7 di Biarritz gli obiettivi ambientali comuni decisi da 32 giganti mondiali della moda e del lusso, fissati per il 2030 e il 2050.
Il nuovo primo ministro UK, eletto con il 66,4% di voti, promette di strappare dallo stallo una Brexit impantanata e di chiudere i conti con Bruxelles il 31 ottobre prossimo, cascasse il mondo, deal o no-deal.
Se la necessità di intervenire su Libra riscuote il consenso dei big del pianeta, riuniti a Parigi, l'altra grande priorità, la 'web tax', invocata a gran voce dalla Francia sui colossi internet è ancora in alto mare.
A Copenaghen, il CEO di Kering ha annunciato di essere stato incaricato dal Presidente francese Emmanuel Macron, nell'ambito del G7 della prossima estate, di creare una coalizione di settore sulle questioni ecologiche.
I gruppi del lusso scendono i campo per la ricostruzione del monumento simbolo di Parigi devastato da un drammatico incendio. Pinault (Kering) donerà 100 mln, mentre Bernard Arnault (LVMH) contribuirà con 200 mln.
È già stata ribattezzata una Halloween-Brexit, perché le lancette dell'orologio del divorzio UE-UK sono spostate al 31 ottobre. Altri 6 mesi di nuovo ossigeno a Theresa May per evitare l'uscita traumatica senza accordo.
Dopo 18 mesi di negoziati, il vertice europeo straordinario dei capi di Stato e di governo a Bruxelles ha approvato l'accordo di recesso che stabilisce i termini del divorzio UE-UK, fissato per il 29 marzo del 2019.