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26 mar 2013
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Zilli e il suo iperlusso volano all'estero

Pubblicato il
26 mar 2013

Dopo aver sedotto i clienti russi, che assicurano quasi il 50% del suo giro d'affari, Zilli vuole convincere altri mercati quest'anno, aprendo in particolare a Dubai e Giacarta, ma proseguendo nel contempo la sua offensiva in Cina. Forte di un partner esperto su questo mercato, l'azienda familiare ha inaugurato la sua prima boutique cinese a Pechino nel luglio 2012, che fu poi rapidamente seguita da altre quattro inaugurazioni, l'ultima delle quali a Changchun. Nello stesso anno si sono poi aggiunte aperture a Singapore e Macao. In Francia, a Courchevel (destinazione di punta dei nuovi ricchi russi in Francia), ha aperto una nuova boutique monobrand a fine 2012 e l’unità di Megève è stata riacquisita dal marchio in gestione diretta. Negli Stati Uniti, dopo il successo del flagship inaugurato nel 2009 a Manhattan, uno spazio Zilli di 250 m2 ha aperto in un mall di alta gamma del quartiere più chic di Washington DC.


Se la popolarità di Zilli cresce così lontano dalla sua città d'origine (Lione), è anche in ragione del lusso opulento che definisce il suo universo di proposte. Una giacca Zilli di pelle con finiture di pelliccia può costare fino a 9.000 euro, e un paio di occhiali da sole in titanio placcati oro possono raggiungere i 2.500 euro. I bestseller sono le cravatte, le camicie e le calzature Made in Italy. Il cliente francese o italiano si trova dunque completamente fuori gioco? "La categoria di francesi [e italiani] il cui potere d'acquisto consentirebbe di consumare dell'iperlusso è culturalmente più portata verso il settore immobiliare", ricorda Laurent Schimel dal suo nuovo ufficio nelle adiacenze di Place de la Concorde. Il direttore generale del marchio, fondato nel 1970 da suo padre Alain, punta a un aumento del 15% del giro d'affari per l'esercizio 2012, che dovrebbe, secondo le sue stime, superare quota 85 milioni di euro. I nuovi arrivati nell'universo Zilli provengono dal Kazakistan, dall'Azerbaigian e dal Medio Oriente. La griffe maschile, che ultimamente ha ampliato le sue unità produttive a Lione per supportare la sua espansione retail, ha nel mirino Dubai fra i suoi progetti di aperture a medio termine. "In totale, possiamo contare su una ventina di partner locali nel mondo e nei vari mercati che ci interessano", rivela Alain Schimel.

"La nostra strategia di espansione deve portare Zilli a diversificare la propria clientela e ad equilibrare la sua presenza nel mondo", spiega il boss, che ha recentemente rinnovato il proprio sostegno alla diffusione culturale della Francia, come finanziatore della mostra "Soulages XXIe siècle" a Villa Medici. Un'altra evidenza dei legami molto stretti che legano ancora l’Italia a Zilli, una maison chiamata così in riferimento al nome del sarto acquistato da Alain Schimel nel 1970.

Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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