22 mar 2016
Yvone Christa New York si consolida e guarda ad Est
22 mar 2016
Yvone Clamf e Christina Söderström sono svedesi, si conoscono a Roma dove studiano design, poi si stabiliscono negli USA a fine anni '80, creando la loro azienda di gioielli a Los Angeles nel 1991. Dai loro nomi di battesimo nasce il nome del brand. Possiedono un negozio a New York, dove 2 anni fa si sono spostate dalla precedente location di Mercer Street a Soho, quartiere diventato troppo commerciale secondo loro, alla zona più artsy di NoLiTa, in Mott Street.

Distribuita in 12 nazioni, tra cui ovviamente gli Stati Uniti, e anche Giappone, Paesi Scandinavi, Kazakistan e Benelux, l'azienda newyorchese ha consolidato nel 2015 la cifra di fatturato ottenuta nel 2014, anno nel quale era cresciuta del 5% presso i suoi punti vendita-chiave (soprattutto grandi magazzini di prestigio come Nieman Marcus, Bloomingdale's, Harvey Nichols e Liberty, o specialty store come Fred Segal e Jennifer Kaufmann). In Italia, Yvone Christa New York si può trovare in 150 gioiellerie clienti.
Si tratta di un'azienda in cui tutto è fatto a mano da pochi abili artigiani che sanno lavorare la filigrana di sottili fili d'oro o d'argento secondo la tradizione manuale veneziana di un tempo, alla quale si affianca l'attenzione all'odierno stile trendy. Tre all’anno le collezioni, che comprendono collane, choker, braccialetti, anelli, spille, orecchini, in argento 925, brunito o bagnato in oro 22Kt.

“Nel 2015, abbiamo in un certo senso 'pulito' il network di punti vendita in cui l'azienda è distribuita diminuendolo, per guardare alla qualità e al consolidarci presso i player più importanti”, dice a FashionMag Cristina Trevisan di Saint Léon, milanese, laurea alla Bocconi, master in management in Svezia, che cura la distribuzione del brand con la società Saint Léon & Co., che ha sede a Stoccolma e che lei stessa ha creato nel 2003. “L'obiettivo di espansione strategica di YCNY è di sviluppare i Paesi dell'ex blocco sovietico. Il 1° mercato sono gli USA, il 2° è l'Italia”.
Le due creatrici e imprenditrici svedesi s'ispirano al liberty, tendenzialmente floreale. L'ultima linea 2016, si chiama “Ginkgo Biloba”, essendo ispirata alla forma delle foglie di questo albero antichissimo, le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa. Una sorta di fossile vivente sopravvissuto alla storia, la cui foglia è stata fonte di meditazione millenaria e che è stata anche l'unica pianta sopravvissuta al bombardamento di Hiroshima, per cui in Giappone è considerata una pianta sacra, che rappresenta pace e amicizia. Chiuso ha una forma a cuore. In più, hanno ripreso la rosa, tradizionale disegno che contraddistingue da sempre il brand rieditandola in nuovi modelli per la primavera 2016.

I gioielli di YCNY, il cui prezzo al pubblico è mediamente dai 250 ai 400 euro, sono venduti anche nei negozi di molti musei, per esempio al National Swedish Museum of Art di Stoccolma, dove é esposta dal 1997 la collezione "The Butter Cup", commissionata dallo stesso museo al brand. In passato il marchio ha realizzato anche altre collezioni ad hoc per questo tipo di istituzioni, sempre per il museo di Stoccolma e pure per quello di Washington, dal quale nel 1999 l'azienda ha ricevuto l'incarico dalla National Gallery of Art di Washington D.C. di creare la collezione "Forget Me Not", su ispirazione di un dipinto di Van Huysum. Il brand ha anche realizzato la tiara per la danese che ha partecipato al concorso di Miss Universo 2015.
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