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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 set 2017
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Wolford riduce le perdite grazie alle vendite in America e online

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
11 set 2017

Finalmente buone notizie per il produttore austriaco di biancheria intima e collant di lusso, che ha registrato una stabilizzazione dei risultati nel trimestre maggio-luglio. La società, ancora in deficit, non è ancora fuori pericolo, ma le sue perdite si sono ridotte durante questo periodo.

Wolford


Cos’è successo nel trimestre maggio-luglio? Come brutte notizie, c’è da registrare che le perdite di gestione hanno raggiunto i 7,22 milioni di euro, e la perdita netta 6,9 milioni. Ma questi due risultati l’anno scorso erano stati rispettivamente di 8,08 milioni e 8,03 milioni di euro; le cose migliorano sensibilmente, sebbene ancora troppo lentamente. L’azienda prevede un disavanzo per l’anno fiscale in corso, ma spera di tornare alla redditività dal prossimo anno.
 
Per quanto riguarda il fatturato, i risultati sono buoni. Tenendo conto dell’incidenza dei tassi di cambio, i ricavi sono aumentati del 4,9% e raggiungono i 29,09 milioni di euro, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate del 6%. Anche le vendite all’ingrosso sono progredite, ma in un percentuale meno elevata del 2,2%.

È online che Wolford ha realizzato la performance migliore, con vendite aumentate del 28%, grazie alla migliorata disponibilità dei prodotti sul sito, e alle "campagne di marketing efficaci" che hanno cominciato ad avere effetto.
 
Ugualmente incoraggiante, il mercato americano, così importante per il brand, ha realizzato una performance "particolarmente forte", con una crescita in doppia cifra dei ricavi, incrementati anche in questo caso dalle vendite online. Un dato ancor più incoraggiante se si pensa che molti marchi europei di alta gamma hanno citato proprio gli Stati Uniti fra i loro mercati più difficili di questi ultimi anni.
 
Anche il mercato europeo è stato redditizio per il marchio austriaco; Wolford ha annunciato una crescita a due cifre per Spagna, Paesi Bassi e le nazioni dell’Europa dell'Est, e una crescita a una cifra in Italia, Scandinavia, Austria, Germania e Svizzera.
 
In compenso, il Regno Unito ha ottenuto risultati molto deludenti, con un calo percentuale a due cifre, legato a tre chiusure di negozi e alla debolezza della sterlina che ha affondato il fatturato - stessa delusione, ma in misura minore, in Francia e Belgio.

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