27 nov 2014
Vitussi : nuova comunicazione e approdo negli Emirati e a Taiwan
27 nov 2014
Nuova idea di comunicazione per il giovane marchio siciliano di ironiche e lussuose borse di lusso ideato da Vito Petrotta Reyes. Una campagna che punterà sulla presentazione della storia delle borse Vitussi nelle varie epoche, partendo...dall'Era Glaciale.
Sempre distribuito in concept store multimarca di nicchia e di ricerca come “Mauro Grifoni” e “Piave 37” a Milano, il brand ha “appena realizzato le borse per gli ordini che abbiamo ricevuto da store di Dubai (“The Cartel”) e Taiwan (“Lu Hong”)”, dice a FashionMag.com lo stesso Reyes. “In più”, aggiunge il vulcanico stilista di Mondello, “mi sto occupando del restyling del Bed&Breakfast “Abalì Gran Sultanato”, a Palermo, da me arredato, e ho in preparazione per il 2015 la prima linea di occhiali Vitussi”.
Con la sua collezione, Vitussi propone di “allontanarsi dal concetto tradizionale di borsa come porta oggetti. È la borsa stessa che diventa il fine ultimo del suo essere. Essa può anche portare delle cose, ma è nata per essere portata, per diventare oggetto di attenzioni, di ammirazione, per essere un'espressione artistica capace di suscitare emozioni”, aggiunge lo stilista siciliano.
Nella sua ultima serie di creazioni, Vitussi propone un nuovo materiale, ricavato dalla trasformazione delle pale di ficodindia, dalle quali viene estratta la retina di fibra legnosa che regge la pianta. Dopo averla pulita, sovrapposta, resinata e talvolta colorata, essa diventa uno dei principali materiali per la realizzazione delle borse. Al ficodindia (o fico d'India) sono stati affiancati anche vari tipi di pelle dipinta e traforata a laser, insieme all’ottone, all’oro, al plexiglas e alla resina per costruire i manici.
Moderno interprete di un’antica tradizione artistica di famiglia che parte dal trisavolo Gustave Eugène Chauffourier, viaggiatore e famoso fotografo di fine ’800, Vitussi cresce tra i colori e l’odore della creta del laboratorio di ceramica della nonna Linda Chauffourier e in mezzo alle tele dello studio di pittura della madre Fulvia Reyes. Inizialmente dà vita alla collezione del “Sultanato di Abalì", una linea di capispalla lussuosa e ironica, fatta con tessuti di arredamento, nel cui spirito è stato arredato il Bed&Breakfast “Abalì Gran Sultanato” di cui sopra.
Con la collezione di abiti, il vecchio laboratorio di famiglia è stato riutilizzato e trasformato in officina creativa. Nella produzione dei telai in ottone delle borsette (successivamente cromati, argentati o dorati) sono stati coinvolti alcuni laboratori degli argentieri della vecchia Palermo.
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