Ansa
5 giu 2013
Unipro : per la bellezza primi segni di crisi, ma regge l'export
Ansa
5 giu 2013
Anche la cura del corpo e l'attenzione all'aspetto fisico cominciano a risentire della crisi. Per la prima volta nel 2012 l'industria cosmetica registra infatti il segno 'meno' nei consumi, calati dell'1,8%, anche se nell'insieme il comparto tiene e sta reggendo meglio di altri le difficoltà dell'economia, soprattutto grazie all'export, cresciuto nel 2012 del 7%. La fotografia è stata scattata dal Quarto Beauty Report di Unipro, l'associazione delle imprese cosmetiche, realizzato da Ermeneia.
Il calo, però, è ''quasi fisiologico'' e il giro d'affari resta comunque imponente, 9,6 miliardi contro i 9,8 dello scorso anno, perchè, come spiega il presidente Unipro Fabio Rossello, il cosmetico resta ''un prodotto irrinunciabile''.
E allora si limano un po' le abitudini di acquisto, come osserva Gianandrea Positano del Centro studi Unipro, ''cercando il miglior rapporto qualità/prezzo'', magari anche attraverso canali desueti ma che stanno tornando in voga come la vendita porta a porta e per corrispondenza (che registrano una crescita anche quest'anno del 2,2%), e anche attraverso ''nuovi canali di vendita diretta sul web''.
E di fatto, aggiunge l'esperto, c'è stata sì una contrazione nel ''valore'' degli acquisti ma non dei ''volumi'', visto che la produzione registra comunque un +0,9%. Con uno spostamento nei canali d'acquisto: continuano a crescere le erboristerie (+5%), ''tengono la grande distribuzione e le farmacie'' mentre soffre di più la profumeria classica, che ha perso nel 2012 il 4%.
Gli italiani, insomma, magari rinunciano ai trattamento dall'estetista o fanno passare intervalli più lunghi tra una seduta e l'altra dal parrucchiere (gli acquisti in questi canali professionali sono calati rispettivamente del -5 e -6%), ma continuano ad acquistare trucchi, creme, e prodotti di bellezza (in cima alla lista quelli per il corpo, seguiti da viso e capelli, e le donne restano le principali acquirenti, con il 72,4% degli acquisti, il 27,6% i prodotti maschili venduti).
Anche perchè, come dichiara un intervistato su 5 (il 19% di un campione stratificato di 2000 italiani sopra i 18 anni), è proprio in momenti di difficoltà che bisogna ''tenersi su''.
''Siamo un'eccellenza del made in Italy, con il 65% dei cosmetici per il make up creati e prodotti in Italia, e un settore 'anticiclico' '' dice ancora Rossello, chiedendo per questo al governo ''di aiutarci'' a partire dagli sgravi fiscali per gli investimenti ''in ricerca e sviluppo''.
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