Gianluca Bolelli
25 ott 2016
Under Armour: rallentamento della crescita delle vendite in Nord America
Gianluca Bolelli
25 ott 2016
La crescita delle vendite di Under Armour, il numero 2 americano dell'abbigliamento sportivo, è stata la più bassa degli ultimi 6 anni, a causa di un rallentamento del business in Nord America, il suo mercato più grande.

L'azione dell'azienda statunitense è crollata, perdendo il 16,2%, a 31,77 dollari, nella sessione borsistica di martedì. L'azione del brand ha perso quasi il 20% del valore negli ultimi 12 mesi.
"Malgrado una buona tenuta globale, ci sono alcuni segnali di allarme che indicano come Under Armour si diriga verso un periodo più difficile, soprattutto a causa del rallentamento della crescita in America del Nord", ha affermato Carter Harrison, analista di Conlumino.
Anche se le vendite nette del marchio in America del Nord sono cresciute ancora del 15,6% nel 3° trimestre chiuso a fine settembre, questa performance è inferiore al livello del 20% al quale l'azienda ha abituato la comunità degli analisti.
Nel luglio scorso, Under Armour aveva avvertito del fatto che le proprie vendite del 3° trimestre sarebbero state caratterizzate da un rallentamento, principalmente a causa della bancarotta del suo cliente Sports Authority.
Il margine lordo trimestrale è diminuito dal 48,8% al 47,5%, in ragione degli sconti praticati per vendere i prodotti che normalmente avrebbero dovuto essere venduti dalla fallita Sports Authority.
Tuttavia, le vendite totali sono aumentate di un ulteriore 22%, a 1,47 miliardi di dollari (1,35 miliardi di euro), grazie al successo delle calzature “Slingform” e “Bandit 2”, e dell'abbigliamento maschile e femminile.
Le vendite di vestiti sono cresciute del 18%, a 1,02 miliardi di dollari (936 milioni di euro), e quelle di scarpe del 42%, a 279 milioni di dollari (256,1 milioni di euro), soprattutto grazie al successo delle calzature adottate dalla stella della NBA Stephen Curry.
L'utile netto è cresciuto da 100,5 a 128,2 milioni di dollari. Inoltre, l'utile netto per azione è passato da 23 a 29 centesimi. Gli analisti avevano previsto vendite per 1,46 miliardi di dollari e un utile per azione di 25 centesimi, secondo Thomson Reuters.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters
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