Pubblicato il
2 nov 2011
2 nov 2011
True Religion firma un accordo di distribuzione per la Cina
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2 nov 2011
2 nov 2011
Sul suo terzo trimestre 2011, chiuso al 30 settembre, True Religion ha fatto registrare il 57% delle sue vendite nei suoi negozi americani e sul suo sito di e-commerce. Il marchio di jeans realizza negli Stati Uniti pure il 77% delle proprie vendite all'ingrosso. Una dipendenza dal suo mercato di casa che potrebbe ridursi nelle prossime stagioni. Durante l'ultimo trimestre, True Religion ha infatti aperto due negozi in Inghilterra, uno in Germania e uno nei Paesi Bassi.
![]() True Religion realizza il 77% delle proprie vendite nette negli USA. Foto: True Religion |
Il marchio californiano ha inaugurato tre boutique negli USA e prevede di aprirne altre cinque entro la fine dell'anno, ma soprattutto ha perfezionato un accordo di distribuzione con la Envols international Trading Co., società distributrice di Armani nell'ex Impero, che gli consentirà di penetrare in modo migliore sul mercato cinese e di Hong Kong. L’accordo, che prevede la distribuzione esclusiva sul mercato cinese e non esclusiva su quello di Hong Kong, durerà fino al 2016 e comprende la realizzazione di negozi, di shop-in-shop e di concept retail premium.
True Religion ha realizzato 17 dei suoi 79 milioni di euro di fatturato del terzo trimestre all'estero, con vendite in crescita di più del 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le sue vendite nette, a livello globale, progrediscono invece di più del 17%. «Il nostro segmento retail negli Stati Uniti, che rappresenta il nostro legame più forte con i consumatori, cresce del 34% e il suo risultato lordo aumenta del 40%. Il nostro risultato lordo a livello internazionale progredisce del 45% rispetto all'anno scorso, trainato dagli investimenti strategici realizzati l'anno scorso per acquisire un controllo diretto della nostra attività, in particolare in Germania, Canada e Gran Bretagna", spiega Jeffrey Lubbel, CEO del marchio di denim.
True Religion fa tuttavia registrare un calo del 18% delle sue vendite all'ingrosso sul mercato americano. Alla fine, il brand ha ottenuto un utile operativo di quasi 14,5 milioni di euro, con un margine operativo del 18,4%, in leggero ribasso.
Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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