12 feb 2017
theMICAM porta a Rho le grandi griffe
12 feb 2017
Il mondo della calzatura si ritrova a Fiera Milano (Rho) dal 12 al 15 febbraio per il tradizionale appuntamento invernale con theMICAM, il più importante evento espositivo internazionale per il prodotto di fascia alta e medio-alta giunto alla ottantatreesima edizione. Un'occasione di business per le oltre 1.400 aziende presenti, di cui più del 50% italiane, con una grande novità: la presenza di griffe nostrane famose in tutto il mondo come indiscusse icone del fashion italiano.
Si tratta di Ferragamo, Prada, Gucci, Fendi e Tod's, che partecipano per la prima volta alla rassegna con stand di grande impatto all'interno del padiglione 1, in una piazza dedicata alle eccellenze artigianali del made in Italy. Una scelta che testimonia la voglia di rilancio di un settore che vale 14 miliardi di euro di fatturato e occupa oltre 77mila addetti diretti (al netto quindi dell’occupazione generata dall’indotto), in quasi 5 mila aziende, per l’80% piccole e medie.
"Avevo un sogno: portare al theMicam i brand che hanno fatto la storia italiana delle calzature", ha spiegato Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici. "Ho chiesto un sostegno a questo progetto e ringrazio in particolare Diego Della Valle e tutti i brand che hanno accettato di fare squadra e sistema". "Credo non sia mai successo che quei 5 griffe di altissimo livello partecipino ad una fiera", ha aggiunto Ennio Capasa, presidente della Camera della Moda.
Questa volta la manifestazione si presenta con un rinnovato layout espositivo, fatto di spazi più ampi e funzionali in grado di facilitare l’interazione tra i buyer e gli espositori, che ha interessato in particolar modo l'aspetto dei padiglioni 1 e 3.
Intanto però, “la fotografia del comparto calzaturiero è ancora fortemente in chiaroscuro”, ha aggiunto Annarita Pilotti. “Sebbene le variazioni negative in volume, dell’export e della produzione, siano abbastanza contenute, è proprio il perdurare del trend sfavorevole e il rinvio della ripresa l’aspetto più problematico. A sostenere il settore è ancora una volta l’export, che nei primi dieci mesi del 2016 registra un incremento del 2,6% in valore rispetto ai primi dieci mesi dell’anno precedente, grazie al progressivo spostamento dell’offerta verso fasce di prezzo più elevate".
"Il 2016 però è stato caratterizzato da serie difficoltà in molte aree", continua Pilotti. "La crisi in Russia e nei paesi dell’area CSI, dove le vendite sembrano aver intrapreso un timido recupero, restano ancora inferiori del 40% in quantità e del 50% in valore rispetto a tre anni fa; il rallentamento della crescita in Cina, in calo dello 0,3% in valore, con ritmi di espansione estremamente ridotti, ma che fino allo scorso anno erano a due cifre; l'inversione di tendenza negli USA che, dopo sei anni di consolidamento, registrano un calo del 3,6% in valore. Infine la brusca frenata in Medio Oriente, che perde il 4,9% in valore e oltre il 15% in volume. In tale scenario siamo comunque riusciti a confermare l’attivo del saldo commerciale e i livelli produttivi in valore”.
Le cifre in sintesi indicano un singolo mese di ottobre 2016 che ha evidenziato su ottobre 2015 variazioni di -0,8% in valore, -2,8% in quantità e +2,1% come prezzo medio dell'export, e +1,3% in valore, -2,2% come quantità e +3,5% come prezzo medio per quanto riguarda l'import.
Per quanto riguarda le cifre cumulate, nei primi 10 mesi del 2016, rispetto a gennaio/ottobre 2015, l’andamento è il seguente: Export, +2,6% valore, -1,0% quantità, +3,7% prezzo medio (i primi 9 mesi davano: +2,9% valore, -0,9% quantità, +3,8% prezzo medio); Import, +3,8% valore, +2,8% quantità, +1,0% prezzo medio (i primi 9 mesi davano: +4,0% valore, +3,1% quantità, +0,9% prezzo medio).
Il saldo attivo settoriale si è attestato nei primi 10 mesi 2016 a 3.470 milioni di euro, +1,2% su gennaio-ottobre 2015 (era +1,7% nei primi 9 mesi). Anche gli addetti occupati nel settore sono scesi. A fine dicembre ammontavano a 76.744 unità (-0,4% rispetto a dodici mesi prima).
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