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10 dic 2012
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Sixty: un futuro sempre più incerto

Pubblicato il
10 dic 2012

Le cattive notizie si moltiplicano per il gruppo di moda Sixty, che detiene i marchi Miss Sixty, Energy, Refrigiwear, Killah e Murphy&Nye. Acquistata la scorsa primavera dal gruppo asiatico Crescent HydePark, la società, che ha chiesto a settembre il concordato preventivo, sta riducendo drasticamente le attività in Europa.


La filiale francese, che impiegava 32 persone, è stata messa in liquidazione dal Tribunale del Commercio di Parigi il 4 dicembre. Secondo il giornale portoghese "Diario Economico", la stessa sorte spetterebbe alla filiale di Sixty in Portogallo, dove il gruppo impiega 37 persone e realizza un fatturato di 10 milioni di euro. Le attività in questo Paese sono state notevolmente ridotte da circa un mese con la chiusura di 5 negozi, mentre la sede dovrebbe chiudere il 23 dicembre, sempre secondo "Diario Economico".

Sul mercato inglese, numerosi ordini per la collezione dell’estivo 2013 di Miss Sixty sarebbero stati annullati presso il canale multimarca, rivela il sito inglese Drapersonline.com. "La società preferisce concentrarsi sulle vendite al dettaglio", riferiscono vari commercianti citati nell’articolo. "A Londra avevamo 13 grossi ordini che sono stati annullati. I nuovi proprietari hanno grandi difficoltà a consegnare gli ordini per la stagione primavera/estate 2013, e pare che il prossimo campionario autunno/inverno 2013-14 non riesca proprio ad uscire", spiega Marino D’Andrea, rappresentante sindacale Cgil presso il personale di Sixty in Italia.

Nella sede di Chieti lavorano ora solo circa 40 persone su un totale di 400, per lo più negli uffici commerciali, mentre il direttore generale Michel Lhoste ha lasciato l’azienda un mese fa. “La gestione di tutte le linee è passata dall’Italia a Crescent HydePark, un gruppo che detiene altri brand e circa 2.000 punti vendita in Asia. Il piano industriale della nuova proprietà prevede la creazione di una nuova società che dovrebbe gestire soltanto il mercato italiano per espandersi poi in Europa. È una contraddizione con quello che sta succedendo, perché stanno chiudendo negozi, anche in franchising, sia in Italia sia in Europa”, nota il sindacalista.

Con questo piano la nuova società salverebbe solo 50 posti di lavoro, che potrebbero salire a 120 entro il 2018, con la possibilità di gestire i marchi di Sixty per cinque anni, più altri 5 rinnovabili. "Non sono stati dati maggiori dettagli sui mercati in cui la nuova proprietà intende sviluppare Sixty. L’impressione è che non abbia la capacità di gestione per i nostri marchi", conclude Marino D’Andrea.

L’azienda, sollecitata da FashionMag.com, non ha dato risposte. Per cercare di trovare una soluzione di rilancio, un nuovo incontro è stato fissato a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico il 19 dicembre, in presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti.

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