Pubblicato il
14 set 2012
14 set 2012
Sixty in brutte acque
Pubblicato il
14 set 2012
14 set 2012
In crisi dal 2007, il gruppo italiano di moda giovane pensava di essere uscito dal tunnel dopo essere stato acquistato a maggio dal fondo d'investimento asiatico Crescent HydePark. Sixty ha perso l'anno scorso uno dei suoi fondatori, lo stilista Wicky Hassan. Rimasto solo al comando, l'altro proprietario e co-fondatore Renato Rossi ha infatti ceduto al fondo tutti i marchi della società (Miss Sixty, Energie, Killah, Murphy&Nye e RefrigiWear) conservando solo la griffe di borse di alta gamma Roberta di Camerino. Tuttavia, da quel momento, non è stato più rivelato alcun dettaglio sull'operazione e nulla di concreto sembra essere stato fatto per rilanciare l'azienda.
|
A pesare è soprattuto l'incertezza sulle sorti dei dipendenti che lavorano nella sede storica di Chieti, in Abruzzo. «Il personale ancora non conosce i nuovi proprietari, né le loro intenzioni. L'azienda si rifiuta di presentarglieli», spiega Giuseppe Rucci, rappresentante sindacale della CGIL. «La sensazione è che il gruppo stia per chiudere il suo sito italiano. Numerose attività sono state trasferite in Asia, mentre diverse figure-chiave, soprattutto per la prototipazione, sono state poste in cassa integrazione», prosegue il sindacalista.
Interpellato, il gruppo Sixty non ha fornito alcuna risposta. Il gruppo ha visto passare il proprio fatturato da più di 500 milioni di euro nel 2007 a meno di 300 milioni nel 2011. A ciò si aggiungono i circa 257 milioni di euro di debiti che ha con le banche. Sono in corso delle trattative con le banche creditrici, ma secondo Giuseppe Rucci i nuovi proprietari avrebbero proposto di mettere sul tavolo solamente una trentina di milioni di euro. In pochi anni, lo staff è passato da 700 dipendenti a circa 400, mentre uno dei piani di ristrutturazione proposti prevederebbe addirittura un'ulteriore riduzione della forza lavoro di 200 unità.
La settimana scorsa, i sindacati hanno indetto uno sciopero e organizzato diverse manifestazioni sul posto. Preoccupati per il futuro del sito produttivo teatino, le autorità locali hanno chiesto l'intervento del Governo su questa delicata questione. E' stato allora fissato un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, previsto il 14 settembre, fra i dirigenti dell'azienda e i sindacati.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
Copyright © 2024 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.