17 set 2017
Richemont: crescita delle vendite del 10% nei primi 5 mesi grazie all’Asia-Pacifico
17 set 2017
Il gruppo elvetico Richemont, numero due mondiale del lusso, ha visto aumentare del 10%, le proprie vendite nei primi 5 mesi d’esercizio, trainate da una netta crescita in Asia-Pacifico. Lo ha annunciato lo stesso gruppo poco prima che si svolgesse la sua assemblea generale a Ginevra.
Nel periodo da aprile a fine agosto, le vendite nella regione Pacifico sono aumentate del 22%, registrando una crescita in doppia cifra soprattutto in Cina e a Hong Kong, due mercati chiave della regione, ha indicato il gruppo ginevrino in un comunicato, sottolineando che la base comparativa era favorevole, ma senza specificare l’ammontare delle sue vendite.
L'anno scorso il gruppo proprietario in particolare dei marchi Piaget, IWC e Vacheron Constantin, aveva proceduto ad importanti riacquisti di scorte presso vari dettaglianti per riprendere i modelli che faticavano ad essere venduti a causa della crisi dell'orologeria in Asia e fare così spazio alle nuove collezioni.
Per contro, le vendite in Europa sono aumentate solamente del 3%, in ragione soprattutto della ripresa di valore dell’euro, che ha pesato sul potere d’acquisto dei turisti. Tuttavia, nel Regno Unito le vendite hanno mostrato una crescita in doppia cifra, ha precisato Richemont, sottolineando che in quel caso i tassi di cambio hanno giocato un ruolo a suo favore.
Le vendite nella zona Americhe sono invece aumentate del 9%, contro l’incremento del 6% in Giappone. In Medio Oriente, esse sono cresciute solo dell’1%, bloccate dalle incertezze geopolitiche nella regione.
Richemont, il gruppo proprietario delle aziende di gioielleria Cartier e Van Cleef & Arpels, in settembre comunica sempre l’evoluzione delle sue vendite nei primi 5 mesi d’esercizio senza fornire cifre dettagliate, per dare agli azionisti una panoramica delle tendenze in vista della sua assemblea generale annuale.
Le vendite nei primi 5 mesi dell’esercizio scalato 2017-18 di Richemont sono aumentate del 12% esclusi gli effetti dei cambi. Escludendo i riacquisti di stock, esse sono progredite del 7% a cambi costanti.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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