Ralph Lauren si separa dal suo Chief Executive Officer
L'idillio è finito. Giovedì 2 febbraio, il fondatore Ralph Lauren ha annunciato la partenza del CEO del suo brand omonimo, Stefan Larsson, arrivato in azienda a fine 2015.

"Stefan e io condividiamo amore e rispetto per il DNA di questo grande marchio, ed entrambi riconosciamo la necessità di evolversi”, spiega il fondatore e presidente del brand. “Tuttavia abbiamo scoperto di avere punti di vista differenti sul modo in cui sviluppare le componenti creative e sul rapporto con i clienti. Dopo molti colloqui e riunioni, tra di noi e con il nostro Consiglio di Amministrazione, abbiamo convenuto di separarci. Sono grato per il contributo dato da Stefan durante il periodo che ha passato con noi. Lui ci ha messo nella giusta direzione con il piano 'Way Forward'", che consisteva essenzialmente nel ridurre gli stock, il numero delle referenze e i costi di produzione, diminuendo da 15 a 9 mesi il divario tra l'ideazione del prodotto e il suo arrivo in negozio.
L'annuncio è stato dato in parallelo con la presentazione dei risultati trimestrali dell'azienda statunitense, che hanno registrato un calo delle vendite del 12%, a 1,7 miliardi di dollari (pari a 1,584 miliardi di euro).
Il dirigente si dimetterà il 1° maggio e Jane Nielsen, la direttrice fianziaria, andrà a gestire l'interim della trasformazione della società. Il gruppo ha spiegato di essersi già attivato per la ricerca del successore. Eppure il gigante americano dello sportswear nutriva grandi speranze in Stefan Larsson. Ralph Lauren aveva assunto lo svedese a fine settembre del 2015 e al suo arrivo c'era stata la netta impressione che sarebbe rimasto per molto tempo, perché non solo il fondatore di questo marchio emblematico passava ad un altro professionista le redini della direzione generale del suo brand, ma in più affidava a un golden boy proveniente dal mondo della fast-fashion il compito di ristrutturare il suo impero.
Lo svedese 42enne era infatti arrivato in azienda circondato dall'aura dal suo successo alla guida di Old Navy, il marchio di prodotti a buon mercato del gruppo di prêt-à-porter Gap, di cui aveva contribuito ad incrementare le vendite. In precedenza, Larsson aveva maturato un'esperienza di 15 anni all'interno del gruppo H&M.
Con Larsson alla guida, il gruppo statunitense ha proceduto a una rifocalizzazione del business sui propri marchi di punta (la linea Denim & Supply è stata chiusa) e a una completa riorganizzazione delle équipe. L'obiettivo di passare da 9 a 6 livelli decisionali ha comportato la partenza di numerosi quadri intermedi del gruppo in tutto il mondo. In totale, il gruppo avrebbe tagliato più di un migliaio di dipendenti.
Il costo di questa ristrutturazione è annunciato essere di 400 milioni di dollari, principalmente spalmati sull'esercizio fiscale 2017, che si concluderà il 31 marzo 2017. A regime, il piano dovrebbe consentire un risparmio da circa 180 a circa 220 milioni di dollari all'anno. Si prevede che il margine operativo di Ralph Lauren passi dal 10% dell'esercizio in corso al 15% nell'esercizio 2019-2020.
Meno di 18 mesi dopo, e con il piano di ristrutturazione del gruppo in corso, si deve constatare che questo innesto non ha fruttato i risultati sperati. Di fronte a questo fallimento, come sarà scelto allora il profilo del successore?
Intanto, i mercati hanno reagito male all'annuncio, con il titolo di Ralph Lauren che perdeva il 9,55%, a 79,03 dollari, nei primi minuti degli scambi di Wall Street. Dalla fine del 2014 a oggi, il titolo azionario di Ralph Lauren ha perso più della metà del proprio valore.
Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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