Pubblicato il
25 ott 2011
25 ott 2011
Puma conferma il suo obiettivo dei 3 miliardi di euro quest'anno
Pubblicato il
25 ott 2011
25 ott 2011
Puma conferma i suoi obiettivi per il 2011. Il produttore tedesco di articoli sportivi punta alla fettuccia dei 3 miliardi di euro di giro d'affari. Il suo piano strategico, “Back on the attack”, mira ai 4 miliardi per il 2015. "Per il 2012, non forniremo dati precisi prima della pubblicazione dei risultati del primo trimestre", ha dichiarato Franz Koch, nuovo boss del felino, il quale ha comunque affermato di aspettarsi molto dai Giochi Olimpici di Londra, con Usain Bolt come testimonial, e dall'Europeo di calcio.
![]() Puma punta sul ramo performance. Qui, nel 1960, il brand vestiva Armin Hary alle Olimpiadi di Roma - Foto: DR |
Nel frattempo, Puma ha ottenuto buoni risultati nel terzo trimestre. La società del gruppo PPR nel periodo preso in esame ha fatto registrare una progressione di fatturato di più del 7%, a oltre 841 milioni di euro. A tasso di cambio costante, l'aumento è perfino stato superiore di tre punti. Da gennaio a settembre, il fatturato, senza considerare l'evoluzione dei tassi di cambio, è cresciuto dell'11%, a quasi 2,3 miliardi di euro.
Gli accessori, grazie soprattutto al golf, Cobra Puma Golf, sono cresciuti del 22%, a 326 milioni. Le calzature e l'abbigliamento hanno ottenuto incrementi rispettivi del 9,5 e dell'8,9%. Ma soprattutto, Franz Koch ha ricordato l'importanza di differenziare maggiormente le linee performance da quelle lifestyle. E nel marketing, tutto questo si traduce in nuovi testimonial calcistici quali “El Kun” Aguero, attaccante argentino del Manchester United, o Cesc Fabregas, Campione del Mondo ed Europeo con la Spagna, che è appena tornato a giocare nel Barcellona.
"E' chiaro che ormai siamo il terzo brand di prodotti calcistici al mondo", ha puntualizzato Franz Koch. Il dirigente stima oggi al 35% la percentuale delle vendite di Puma realizzata con gli articoli performance, considerando tutti gli sport insieme. Sul versante lifestyle, il marchio non è rimasto certo immobile e ha deciso di far rivivere dei modelli-icona, in particolare con Franklin & Marshall o, negli Stati Uniti, con Undefeated.
Come suddivisione regionale, Puma nella zona Europa/Medio Oriente/Africa ha visto progredire le proprie vendite, nel periodo da gennaio a settembre, del 7,6%, dove le stesse hanno oltrepassato il miliardo di euro. Nella zona Americhe, le vendite sono cresciute del 14%, essenzialmente grazie al Cile, all'Argentina e al Messico. In Asia/Pacifico, l'aumento è stato del 14,3%.
Come per i suoi concorrenti, Puma ha dovuto destreggiarsi fra i costi delle materie prime e del sourcing in generale. Per accrescere le sue fonti d'approvvigionamento e ridurre la sua dipendenza dalla Cina, l’azienda germanica sta cercando di potenziare il suo sourcing in altri Paesi: in Vietnam, in Bangladesh e in India. "Abbiamo anche dovuto aumentare il prezzo di alcuni prodotti selezionati e talvolta anche del 10%", ha commentato Franz Koch. L'utile prima di interessi e imposte è in effetti aumentato del 2,2%, a 285 milioni. Il netto ha fatto appena un po' meglio, con un 4,7% di aumento. "Un incremento moderato, spiegabile con gli investimenti in materia d'innovazione, di organizzazione e di marketing stanziati per il piano al 2015. Quanto alle sinergie con Volcom, comprata quest'anno da PPR, Puma afferma di trovarsi solo agli stadi iniziali. Dei jeans Volcom sono comunque già in vendita in vari spazi Puma.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
Copyright © 2023 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.