Di
Ansa
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Pubblicato il
18 gen 2011
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Prada oversize per un giovane a strati
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Ansa
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18 gen 2011
18 gen 2011
![]() Prada, collezione A/I 2011-12 |
Cortini i pantaloni sottili, quadrate le giacchine, oversize i cappotti, quasi un Prada basic, ma con un tocco di stravaganza passatista, quella che affascina i giovani, abilissimi ormai nel rimaneggiare a modo loro le mode già vissute.
La sfilata di Prada è sempre il momento topico, anche a Milano Moda Uomo. Già prima che inizi la passerella, i giornalisti cercano di interpretarne i segni premonitori: il segnale è che "Miuccia Prada non ha più gli orecchini-pop, quelli a banana che portava da mesi, ed è tornata ai suoi bei granati antichi" faceva notare una collega, dopo l'incontro con la signora.
Un parallelismo audace, ma molto giusto, tra personale e pubblico, tra stile privato e nuova collezione. Che lei, Miuccia, ha aiutato a interpretare proprio sottolineando l'eleganza "sofisticata e privata" di questa sfilata, presentata in una sorta di casa a due piani, con tante stanze, molto scabre naturalmente.
Ci sono tocchi anche molto osé, dalle polo in lurex color cipolla e ottanio ai calzettoni jacquard portati con i pantaloni al ginocchio (un po' i vecchi knickerbocker), dalle squadrate valigette da pilota alle scarpe moderniste con alta suola di gomma a barca. Ma sono dettagli, appunto: il senso della collezione sta soprattutto nei capispalla e nelle loro proporzioni.
Mentre tutti rincorrono lo striminzito, Miuccia ripropone l'oversize, se gli altri stilisti stringono le giacchette perfino lavandole in lavatrice, lei presenta quelle a scatola, larghe quanto lunghe, con spalle che accolgono qualsiasi cosa, anche il vestirsi a strati, se si vuole.
Perché la moda la fa chi la indossa, anche se non è vero che tutto è moda e quindi niente è moda: "Io so benissimo cosa lo è e cosa non lo è - dice perentoria Miuccia - e lo sanno anche i modaioli che, magari vengono presi in giro, ma non sbagliano".
Certo lei non può limitarsi a capire cosa è di moda oggi, le compete anche farla e cambiarla. Tenendo conto di questi nuovi maschi più umani, a suo dire perfino "più colti e molto interessati al passato".
Per loro ci sono i jersey pesanti, i materiali stretch o metallizzati, il vecchio gabardine e il tradizionale cavalry, in una "stratificazione di idee e di concetti" che portano a una stravaganza non urlata. Ma certo coraggiosa, tra giaccotte di camoscio a rombi ruggine e giacchette grigie (un po' anni 60) con calzoni di un altro grigetto, tra azzurrini da vecchio autista di bus e inediti rosa cipolla, tra bordeaux, ottanio e ruggine, con due tocchi di bianco ghiaccio e naturalmente molto denso nero.
A voler sintetizzare l'insieme della collezione, si può dire che è come una casa con varie stanze, arredate o 'vestite', tutte comunque espressione di chi le vive.
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