13 gen 2016
Pitti Uomo 89: Roy Roger's presenta una capsule con Scott Schuman ("The Sartorialist")
13 gen 2016
Un’autentica passione per il denim, oltre che la condivisione di un punto di vista comune sulla moda, ha portato Scott Schuman, fotografo street style riconosciuto internazionalmente anche come "The Sartorialist" (dal nome del suo iconico blog), e il brand italiano Roy Roger’s, a creare un progetto speciale di collaborazione per le prossime due stagioni. La prima è una capsule collection per l'autunno-inverno 2016-17 che consiste in una serie di capi che abbinati insieme creano un total look unico, ma che possono anche essere indossati singolarmente.
"Mi ha sempre affascinato la visione pioneristica di Scott Schuman sul concetto di moda che sottolinea il valore dell’interpretazione personale. "The Sartorialist" rappresenta, infatti, un osservatorio permanente su i cambiamenti che avvengono nel mondo", rivela a FashionMag Guido Biondi, direttore creativo del marchio di Firenze. "Il progetto è nato perché Scott ama molto i nostri modelli della label President, e quindi gli ho chiesto se volesse fare qualcosa per Roy Roger's".
La collaborazione parte con l’AI 2016-17 e proseguirà con la PE 2017; i capi in collezione per l’AI sono 18 (6 pezzi di maglieria, 6 pantaloni, il resto è camiceria e giubbotteria) e ci sarà un’evoluzione e un ampliamento del numero di capi con la collezione estiva. "Si tratta di articoli solo per uomo con una fascia prezzo molto abbordabile. Si va dai 200 euro per i jeans, al giubbotto in camoscio che sarà venduto sotto i 1.000 euro, la camiceria sui 180 euro e la maglieria sui 200 euro. Questo progetto farà aumentare la nostra brand awareness a livello internazionale", dice Biondi.
L'ispirazione della linea sono gli anni '70: i jeans hanno vita più alta e gamba che si ammorbidisce sul finale, aprendosi, mentre il capo spalla e il maglione si accorciano. Il parka, iconico di quel periodo, è l’unica eccezione oversize.
La ricerca di materiali d’eccellenza è stato cardine durante lo sviluppo di tutta la collezione: il camoscio testa di moro viene prodotto da una delle più importanti concerie di Santa Croce, mentre i tessuti da camiceria in filato egiziano vengono dal cotonificio Albini. Completa la selezione la maglieria in 100% lana pettinata realizzata con filati italiani e denim giapponese e italiano. Tutti i capi sono impreziositi da etichette interne in 100% cotone realizzate (esclusivamente per la collaborazione) con vecchi telai a navetta.
"Credo che ci siano molti ragazzi là fuori che, come me, vogliono apparire alla moda, senza però risultare fashion victim, e quindi durante la ricerca e la progettazione, la nostra volontà è stata quella di creare qualcosa che avesse una direzione precisa. Nessuno ha bisogno di un semplice paio di jeans con il mio nome sulla salpa. Dal momento in cui sto per presentare una collezione di denim di primo livello, voglio infatti offrire qualcosa di inedito, attraente e soprattutto differente da quella che è la proposta della concorrenza. Apprezzo Roy Roger’s per avermi dato la possibilità di sottopormi a questa sfida", ha aggiunto Scott Schuman.
Il fatturato consolidato 2015 di Roy Roger's si è attestato sui 19 milioni di euro, ma includendo il retail arriva a 21 milioni di euro, in linea con il 2014, il 90% realizzato in Italia.
"A livello retail abbiamo aperto uno shop-in-shop ad Osaka che ha performato molto bene. A febbraio avremo uno spazio più grande dentro Hankiu e apriremo lo stesso spazio nel loro department store di Tokyo. Il retail va nella direzione delle aperture estere, dove abbiamo il potenziale più alto. Oltre a questo, stiamo sviluppando i mercati di Germania, Corea e Francia", conclude Guido Biondi.
Elena Passeri e Gianluca Bolelli
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