2 mar 2016
Philipp Plein in grande accelerazione
2 mar 2016
Niente sembra poter fermare la corsa di Philipp Plein. In pochi anni, lo stilista tedesco ha saputo imporsi come un nuovo protagonista dell'universo del lusso. Il suo marchio di prêt-à-porter per uomo, donna e bambino ha visto passare le vendite da 8 milioni di euro nel 2008 a quasi 200 milioni di euro nel 2016.
“Abbiamo ottenuto un fatturato di 170 milioni nel 2015, e prevediamo che il dato arrivi a 198 milioni quest'anno”, riassume il direttore commerciale mondo Ennio Fontana.
La qualità del prodotto, realizzato per il 70% in Italia, ma soprattutto la forza dell'immagine del marchio, hanno consentito a Philipp Plein di registrare margini eccellenti, tanto più che l'azienda, che impiega 250 persone, è piuttosto flessibile. Nel 2015, ha investito 18 milioni di euro fra marketing, comunicazione e show (dal 2009 sfila a Milano).
La chiave del successo? Offrire ai suoi clienti accessori (borse, gioielli e scarpe) e abiti importanti, con una proposta che recentemente si è arricchita di una linea di occhiali e di orologi. Il tutto realizzato dai propri fornitori.
“In termini di prezzi, ci siamo immediatamente posizionati nell'alto di gamma, allineandoci a griffe come Balmain o Givenchy. Come offerta, siamo unici, perché proponiamo un prodotto molto ricco. Siamo stati i primi a lanciare le sneaker ricoperte di Swarovski. Ora lo fanno tutti”, nota Ennio Fontana.
Totalmente autofinanziata, la casa di moda, la cui sede si trova in Svizzera, a Lugano, è cresciuta in modo costante dalla sua creazione nel 2004, nonostante la flessione registrata lo scorso anno dal mercato russo e dal rallentamento della Cina.
I suoi principali mercati sono l’Asia-Pacifico (28,4%), con Cina e Corea del Sud in testa, l'Italia (16,7%) e l'area ex URSS, la cui quota sulle vendite totali è passata oggi dal 17% al 12,1%.
La Francia, che rappresenta il 7,7% del totale delle vendite, è il mercato che ha registrato le performance migliori in questi ultimi anni, spingendo Philipp Plein ad ampliarvi la diffusione. La boutique parigina di rue de Rivoli ha raddoppiato la sua superficie, così come quelle di Courchevel e Montecarlo, mentre l'azienda ha ripreso in controllo diretto lo store di Cannes, in precedenza gestito da un partner. Nell'Esagono, PP conta anche un punto vendita a Saint Tropez.
Ma adesso è sugli Stati Uniti che la griffe vuole concentrarsi. A tale scopo, ha assunto Graziano de Boni, un ex manager di Armani, affidandogli la supervisione della filiale americana. L’America del Nord costituisce ancora un piccolo mercato per Philipp Plein, che vi conta per il momento una boutique a New York, una a Miami e una a Beverly Hills, quartiere di Los Angeles. L'obiettivo è di raggiungere le 15 unità entro la fine del 2017.
Presente in più di 60 nazioni, la label è distribuita presso 600 clienti multimarca (800 punti vendita). Possiede 73 negozi monomarca, dei quali 14 in gestione diretta, 9 outlet, e prevede di realizzare una quarantina di nuove aperture nel 2016.
Altro progetto, il trasferimento, entro la prossima estate, del suo quartier generale di Milano in un nuovo prestigioso indirizzo a due passi da Via Montenapoleone. Lo spazio, di 3.000 metri quadri su 7 piani, sarà inaugurato nel corso della prossima Settimana della Moda di settembre.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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