Volumi importanti, ampiezze che si fanno notare: la donna Hermès sa sedurre con le sovrapposizioni e la nonchalance delle silhouette abbondanti. Persino le asimmetrie qui risultano garbate. Christophe Lemaire, direttore creativo della maison di Faubourg Saint Honoré, pensa a una eleganza selvaggia, da amazzone, ma lo fa pur sempre nei codici della casa. I quali sono talmente precisi da domare qualsiasi eccesso. E' una moda metropolitana che soffre un po' la dimensione della città.

I volumi generosi e avvolgenti dei paltò dai grandi revers non definiti, gli abiti caftano in cachemire double, la gonna da cavallerizza in lana con i lacci di cuoio, la vestaglia in pelle di cervo, il lungo gilet di shearling e la pelliccia di montone con la schiena in seta stampata, il cappotto in vello di capra tibetana e crine di cavallo, fino al lussuosissimo tailleur pantaloni maschile che chiude la sfilata in astrakan grigio fumo, tutto indica una femminilità con la passione per i grandi spazi aperti.

Anche per le ore più eleganti, Hermès non tradisce questo spirito: il vestito nero aristocraticamente drappeggiato, lo smoking oversize, il robe-manteau bianco da sera, l'abito cache-coeur in nappa moirè sembrano perfetti per occasioni serali rilassate, per niente esagerate. I colori sono quelli eternamente Hermès: polvere, avana, grigio verde, granito, blu notte, bronzo e perfino rosso, anche mescolati nelle fantasie riprese dai disegni dei carrè anni 60 e 70 e dal nuovo motivo "tapis persan".

La maison non dimentica la sua anima "maroquinière" ed esibisce pochette e borse secchiello, bellissimi mocassini e stivali piatti, ma anche sandali alti a tacco grosso in coccodrillo, da portare d'inverno con i calzettoni di cachemire a coste arrotolati alla caviglia. Altro tocco da notare: il ritorno delle pumps, le classiche scarpe decolleté, sotto i pantaloni, purché siano larghi, maschili, lunghi e chic, Hermès appunto.