Paris Fashion Week: Christian Dior in tutte le sfumature del blu
“Per la mia generazione era il nero che contava, ma Monsieur Dior adorava davvero il suo blu. Diceva che queste due tinte avevano le stesse qualità”, dice sorridendo Maria Grazia Chiuri nel backstage al termine del suo secondo défilé di prêt-à-porter per Christian Dior.
Una collezione che si rivolge decisamente alle giovani donne dinamiche, con un pizzico di ribellione che ha rapidamente rinfrescato l'immagine di Dior.
La sfilata si è aperta con una serie di outfit blu notte e blu oltremare con dei superbi trench in taffetà e altre gonne di seta a pieghe. Lo sport incontra la sartoria in giacche-mantelle a quadri o in top di seta da atletica indossati su jeans a vita bassa. Per la sera, abiti da cocktail semi-trasparenti, illuminati da un’esplosione di comete, stelle e gigli ricamati, che sembrano assolutamente divini.
Maria Grazia Chiuri ha dato nuovo impulso anche ad alcuni accessori: degli short in camoscio con stivaletti chic dotati di falsi attacchi per gli sci. Inoltre, la sua selezione di borse con la firma CD – indossate a tracolla – dovrebbero rimpinguare le casse della firma di Avenue Montaigne.
La stilista italiana ha anche utilizzato un gran numero di riferimenti maschili, in particolare in un trio di tute da lavoro decorate con impronte di mani e stelle nere. Tutto questo a miglia di distanza dall'estetica del signor Dior.
"Penso che abbiamo bisogno di vivere nel nostro tempo. Dobbiamo quindi parlare di uguaglianza e prendere in considerazione il movimento no gender. Questo significa includere uniformi militari, tute da lavoro o sportive nelle nostre collezioni, e spiega la presenza di così tanto blu. Le uniformi blu sono, naturalmente, una sorta di segnale di genere. Proprio come il rosa è sempre stato associato al genere femminile", precisa ridendo la creatrice italiana.
Detto questo, lo show non è stato un successo proprio al 100%. Tanto che è stato difficile capire perché Dior avesse invitato le celebrità nel bellissimo giardino del Museo Rodin, per farle entrare alla fine in una tenda scura stile night club. Inoltre, il casting mancava un po’ di pepe: troppe giovani ragazze pallide in berretti scuri.
Tuttavia, dopo aver assistito alle sfilate di Dior per 28 anni, si può proprio affermare di non aver mai visto in uno show di questa casa di moda tanti vestiti e accessori cool e commerciali. Tutto si venderà “come il pane”.
(Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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