Dai tessuti africani dell'Ottocento negli archivi del museo etnografico Quai Branly di Parigi alle passerelle di New York: Edun ha riportato il look africano tipico del marchio alle sfilate di Manhattan per il prossimo autunno-inverno.

Bono, la moglie Ali Hewson, e Chelsea Clinton erano seduti in prima fila per lo show della griffe fondata dalla consorte del cantante degli U2 con l'obiettivo di sostenere laboratori artigianali e fabbriche in Africa.

"Ho un enorme rispetto per quel che hanno creato Ali e Edun nel loro impegno a continuare a produrre in Africa", ha detto la Clinton che di recente si è unita al padre nella gestione della fondazione filantropica Clinton Global Initiative. Secondo la figlia di Bill e Hillary Clinton la base manifatturiera africana è abbastanza forte per permettere ad altre società di seguire l'esempio di Edun: "Dieci dei paesi a più veloce crescita del mondo sono nell'Africa subsahariana", ha detto la Clinton: "In Africa c'è un settore moda già molto vitale. Il problema è che da questa parte dell'Atlantico ancora non lo si è capito. Ecco che con gente come Ali e società come Edun che investono in Africa non solo si aiuterà a portare prodotti "Made in Africa" ai consumatori americani, questo aiuterà alla fine gli stilisti africani ad approdare in America".

Chelsea ha apprezzato la collezione per il prossimo autunno/inverno di morbidissima alpaca trattata per sembrare quasi pelliccia nei color delle terre - carbone, cammello, ruggine, bianco candido - e l'ha definita "in buone mani" con la stilista Danielle Sherman, alla sua seconda stagione, dopo aver lavorato con Alexander Wang e the Row.

Dopo un inizio turbolento, Edun ha realizzato l'85% dei suoi capi per la primavera estate 2013 in fabbriche africane, principalmente in Kenya e Madagascar. L'obiettivo del marchio, che per le scarpe ha collaborato stavolta con Manolo Blanhik, non è beneficenza: "L'obiettivo è di dare lavoro alla gente. Questa è la nostra etica", ha detto la stilista californiana secondo cui la chiave del successo è avere staff sul terreno che lavorano fianco a fianco lungo tutta la filiera produttiva.