Ansa
19 gen 2016
MMU: Giorgio Armani fa il punto su quanto visto in passerella
Ansa
19 gen 2016
Nell'ultimo giorno di sfilate di Milano Moda Uomo, Giorgio Armani fa il punto su quanto si è visto in passerella, chiedendosi "Chi è che mette quella roba lì? Per chi lo facciamo? Bisogna piantarla - sostiene - di pensare solo al piccolo giro della moda".
La sua sfilata, che chiude le passerelle di Milano Moda Uomo, per Armani è anche l'occasione per fare il punto non solo sulla sua moda, ma su quanto si è visto in passerella in questi giorni: "Io rischio ogni volta, ma vedo giovani che si divertono più di me, ragazzi tutti fiorati, un'evoluzione esasperata che - considera - non ha senso in un momento in cui i negozi vendono poco: oggi la gente va più al ristorante che a comprarsi la camicia". Per "tenere creatività e produttività insieme ed essere al passo con i tempi" per Armani il segreto è "dire di più ma non troppo". "Facciamo un lavoro serio - sottolinea lo stilista imprenditore - dobbiamo mandare avanti delle aziende, non si può sbattere il mostro in copertina".
"Qualcuno deve osare parlare, senza offendere nessuno, perché quello che abbiamo sotto mano è un pubblico che deve essere confortato dal nostro lavoro, io ho quasi 82 anni e mi posso permettere un distacco che un giovane non può avere. Bisognerebbe approfittare di alcuni suggerimenti - riflette - per mediare la creatività a piede libero con il lavoro".
Ed è un lavoro di mediazione quello da cui nasce il vero lusso, che è "non farsi vedere troppo", grazie a "colori che non fanno girare per la strada ma che si fanno ricordare". Se il blu è visto come l'antidoto al caos, sono le silhouette a definire una nuova forma del corpo maschile, a suggerire aggiornamenti di stile accettabili anche per chi modaiolo non è. Ecco così una nuova fisicità che si intravede attraverso le giacche che aderiscono al corpo come una guaina e i pantaloni che disegnano il polpaccio, gli stessi che indossa Armani, e che mostra scherzoso spiegando di sentirsi "molto moderno". Perché se da una parte è vero che l'uomo negli anni "ha acquisito una sicurezza maggiore", e che oggi si può permettere vezzi come le babbucce in cavallino, dall'altro rimane il rischio di esporsi al ridicolo.
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