Milano Fashion Week: Bottega Veneta più grande, più luminoso, migliore
Un gradito ritorno al lavoro sulle forme da Bottega Veneta, che ha presentato una collezione elegante, scintillante e ricercata, in un set completamente nuovo per il marchio.

Fondendo idee architettoniche e un’ampia tavolozza di colori marmorizzati, i vestiti presentati erano eleganti e molto commerciali. La gamma di colorazioni, ispirata da un maniero inglese, Kedleston Hall, abbondava di rosa marmorizzati, gialli dorati e viola sbiaditi.
"Tutto riguarda il colore. Inizio sempre da quello", spiegava il direttore artistico della maison, Tomas Maier, dopo la sfilata svoltasi nel meraviglioso Palazzo Archinto, splendida residenza milanese della metà del XIX secolo, decorata con affreschi monumentali.
Da un punto di vista estetico, tutto lo show ha piuttosto rappresentato una storia di cambiamento per Bottega Veneta. La metà degli abiti era ricoperta di guarnizioni od occhielli o aspersa di paillettes di cristallo. Al posto dell’eleganza discreta che ha reso celebre il brand, abbiamo assistito ad una super ostentazione. Inoltre, si poteva chiaramente riscontrare una dicotomia fra il tipo di uomo e il tipo di donna che potrebbero indossare questa collezione mista. Le donne sembravano emancipate e visibilmente ricchissime, alla maniera della modella Emily Ratajkowski, che ha sfilato in un vestito di camoscio costellato di cordicelle e minicristalli. Gli uomini, invece, erano piuttosto eccentrici, persino autocompiaciuti, con giacche trascurate, giacconi di velluto e pantaloni in satin multicolori. Aggiungendo a questa impressione di autoreferenzialità noncurante e indifferente, l’ultimo modello maschile si è perso nel labirinto di stanze del palazzo, e ha finito per percorrere due volte il salone principale.
Allo stesso modo, il motivo per cui il direttore artistico ha deciso di infliggere ai giornalisti una colonna sonora di hip-hop martellante a tutto volume resta totalemente misteriosa. Ciò detto, la collezione è molto riuscita, nel suo unire abbigliamento dallo stile sofisticato, vestiti tagliati con attenzione e intelligenza e colori abbaglianti.
Grazie al sottile senso creativo di Maier, e al famoso slogan "When Your Own Initials are Enough" ("Quando bastano le tue iniziali"), Bottega Veneta è il marchio di lusso che ha ottenuto la crescita maggiore nel primo decennio di questo secolo. Ciò nonostante, le vendite hanno cominciato a stabilizzarsi, arrivando a una piattezza preoccupante negli ultimi due anni, e un nuovo CEO, Claus-Dietrich Lahrs, è stato nominato nell’ottobre del 2016.
Con la direzione di Lahrs, Bottega Veneta sembra aver trovato nuovo slancio. "Perché abbiamo avuto dei problemi? Eravamo in ritardo sul digitale. Siamo stati troppo discreti, troppo defilati e schivi. Questo atteggiamento non funziona sui social media, e stiamo faticando a catturare l’attenzione della nuova generazione di clienti", ha spiegato Lahrs a FashionNetwork.com.
Risultato: su una dozzina di borse della collezione, delle prominenti iniziali erano impresse o ricamate sull'Intrecciato, il tessuto di pelle firma della maison. Come altri marchi, Bottega Veneta ha rallentato il ritmo di aperture di negozi, e sta invece ristrutturando i propri punti vendita esistenti per trasformarli in veri palazzi. Ed ecco che d’un tratto l'atmosfera che circonda il brand sembra più luminosa, proprio come la tavolozza dei colori di questa collezione.
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