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APCOM
Pubblicato il
8 gen 2009
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Michelle Obama icona di stile: i designer Usa ci sperano

Di
APCOM
Pubblicato il
8 gen 2009

Alla lista della spese dei guai del mondo di cui dovrebbe occuparsi l'amministrazione Obama si aggiungono gli auspici speranzosi degli stilisti americani; non avranno l'impatto dei pacchetti fiscali o delle emergenze in Medio Oriente, però puntano sulla first lady e non sul presidente. Michelle Obama viene considerata un'icona di stile e in campagna elettorale ha segnalato con evidenza la sua disponibilità a fare da testimonial dell'industria Usa.



Ha usato vestiti di alta moda (Isabel Toledo, Thakoon Panichgul e Narciso Rodriguez) ma anche roba di pret-a-porter di J. Crew; in una intervista in tv ha commentato il twin set color mostarda che portava spiegando dove l'aveva comprato; in generale ha fatto capire che vuole apparire una donna sofistica ma moderna, capace di avvicinarsi ai guai delle donne comuni, costrette a ravvivare il vestito vecchio con l'accessorio nuovo o a cercare il tubino dall'aria chic al grande magazzino. In fondo è la donna che fa il vestito e non viceversa.

Divenerà la nuova Jacqueline Kennedy: I designer americani se lo augurano scrive oggi il New York Times, perché nella crisi economica i negozi chiudono i battenti, la fiducia dei consumatori è bassissima e l'industria dell'abbigliamento sta gravemente soffrendo, tanto più per il crollo del valore del dollaro in Europa.

Hamish Bowles, il direttore di Vogue che ha curato una celebre mostra sulla signora Kennedy ("Jacqueline Kennedy: The White House Years," nel 2001 al Metropolitan Museum of Art) suggerisce che la signora Obama "a quanto mi sembra ha già avuto un effetto potente. Si capisce che di moda se ne intende già a vedere chi ha scelto"; e soprattutto ha fatto capire "che gli stilisti americani sono perfettamente in grado di creare abiti che hanno impatto sulla scena internazionale".

Per Stephanie Solomon, fashion director dei grandi magazzini Bloomingdale, "la celebrazione della moda americana giunge al momento giusto". Michelle "è molto elegante e ha ottimo gusto. Ma soprattutto riconosce il valore dei bei vestiti a prescindere dal prezzo. Il buon gusto non è legato a filo doppio alle marche o allo status, è legato a quello che sta bene e fa apparire belle". Un messaggio "molto appropriato ai tempi".

Soprattutto se il vestito in questione è made in Usa. "Quello che si mette la first lady ha un grande impatto sull'industria" conferma Arnold Scaasi, che cominciò a disegnare vestiti per le mogli dei presidenti all'epoca di Dwight D. Eisenhower. La first lady "compare sui media ogni giorno e le donne la copiano". Perfino Mamie Eisenhower aveva le sue seguaci nonostante lo stile matronale. Tutte copiavano la sua frangia.

Ma la signora Eisenhower non ha mai scatenato la frenesia di shopping provocata ancora in campagna elettorale da Michelle, con il vestitino da 148 dollari appena (un tubino a disegni bianchi e neri a vita alta, sottolineata da due nastri, neri, scollato e smanicato) che indossava lo scorso giugno nel programma "The View" su Abc. Etichetta, White House Black Market.

Fonte: APCOM