6 ago 2014
Massimo Alba mette il turbo
6 ago 2014
Massimo Alba ha fondato la sua maison nel 2007. Un progetto nato quasi per scherzo da una piccola collezione realizzata per amici e parenti. Oggi il marchio raffinato e autentico, che esalta l’artigianalità italiana, si è fatto un nome imponendosi nelle migliori boutique multimarca di moda, e sta accelerando lo sviluppo. Dopo le boutique di Milano e di Roma, il brand si appresta ad aprire il primo negozio monomarca all’estero, in Giappone con Itochu, il suo importatore in questo Paese.

Lo spazio di 100 m2 verrà inaugurato il prossimo settembre a Tokyo a Omotesando, una delle vie dello shopping della capitale giapponese, e ospiterà tutte le collezioni del brand. “Il Giappone è un mercato importante per noi. Anche la Corea è importantissima, ma l’Italia rimane il nostro primo mercato”, spiega lo stilista da sempre specializzato nel cachemire, che è stato in precedenza direttore creativo di grandi griffe quali Malo, Piombo, Agnona, e Ballantyne.
“Siamo ancora piccoli con un fatturato di circa 5 milioni di euro, ma siamo un’azienda vera con 14 persone. Inizialmente eravamo prodotti in licenza, mentre oggi tutta la produzione è interna. Ci appoggiamo a laboratori italiani nelle Marche, in Umbria e nel Nord, che conosco da più di 20 anni”, prosegue.
Le collezioni composte da 200 capi per l'uomo e 200 per la donna sono distribuite tramite 400 negozi multimarca nel mondo, tra cui grandi department store. Fatte di maglie morbide, pantaloni comodi, giacche destrutturate, e cappotti double con tessuti e tinte studiate esclusivamente per il brand, hanno saputo sedurre un cliente trasversale, attento alla qualità e in cerca del vero Made in Italy.

Lo scorso giugno Massimo Alba è approdato per la prima volta a Pitti Uomo, nel nuovo spazio “Just like a man” del salone fiorentino considerato come il tempio della moda maschile. Il brand era stato in precedenza una sola volta a Firenze nell’ambito del salone femminile Pitti W, preferendo presentare di solito le sue collezioni presso il salone milanese White.
“Trovo che Pitti istituzionalizzi un progetto. Siamo giunti ad una nuova fase in cui abbiamo necessità di rafforzare la nostra immagine con dei contenuti legati al prodotto, e a Pitti abbiamo trovato tutta la clientela internazionale”, sottolinea lo stilista.

“Stiamo registrando ottimi risultati nei nostri negozi. La boutique di Milano, in zona Brera, sta crescendo del 30% rispetto al 2013 soprattutto grazie ai turisti, mentre le vendite totali aumentano del 20% a ogni stagione”, indica ancora Massimo Alba, che dopo il Giappone vorrebbe aprire un negozio a Parigi e negli Stati Uniti, Paese in cui il brand è già distribuito tramite una trentina di negozi top tra cui Barneys.
“Il mercato italiano è molto difficile perché è bloccato da consuetudini e dalla routine. Deve aprirsi se vuole ripartire. Serve un cambiamento profondo, soprattutto nella figura del commerciante”, conclude Massimo Alba.
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