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Pubblicato il
10 nov 2010
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Marks & Spencer parte alla riconquista del suo mercato
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10 nov 2010
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10 nov 2010 – Il direttore generale di Marks & Spencer, Marc Bolland, arrivato lo scorso mese di maggio per assistere il PDG Stuart Rose, si è espresso per la prima volta martedì 9 novembre sulla nuova strategia commerciale del distributore britannico. Il dirigente ha promesso di portare avanti «un'evoluzione, non una rivoluzione», che punta a portare il giro d'affari del gruppo fra gli 11,5 e i 12,5 miliardi di sterline nel 2013-2014, contro i 9,3 miliardi di sterline dell'anno scorso.
Oxford Street. Foto: Pixel Formula |
Nel primo semestre di questo esercizio, Marks & Spencer ha già fatto registrare un aumento del 5,4% del suo fatturato, a 4,57 miliardi di sterline. Il suo utile netto ha raggiunto i 261,2 milioni di sterline (302 milioni di euro, +16,4%) e il suo utile gestionale d'esercizio i 409,2 milioni di sterline (+12,1%).
Per raggiungere i suoi obiettivi, il distributore intende prima conquistare nuove fette della “torta” rappresentata dal Regno Unito, suo mercato principale, dove gestisce già 650 negozi (contro i 320 all'estero). In UK il brand investirà dunque 600 milioni di sterline su tre anni nelle attività alimentari e dell'abbigliamento, risorse utilizzate in particolare per l'apertura di nuovi negozi. Tuttavia, ha ammesso Marc Bolland, «le condizioni [dell'attività] diventeranno più difficili [nel Regno Unito], quando le entrate dei negozi si troveranno sotto la pressione dovuta all'aumento della TVA [l'IVA britannica, ndr] e dell'impatto dei tagli sul budget».
Su tre anni, saranno anche sbloccati 150 milioni di sterline per sviluppare le attività di vendita su internet. Infine, 150 milioni saranno investiti per lo sviluppo all'estero.
La settimana scorsa, il gruppo si era rifiutato di commentare le informazioni raccolte dalla stampa britannica, che riguardavano un ritorno del marchio in Francia e Spagna, nazioni dalle quali manca da nove anni. In realtà, molto probabilmente Marks & Spencer rivolgerà piuttosto i suoi maggiori sforzi futuri verso i paesi emergenti.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Les Echos
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