21 mag 2014
Marks & Spencer è tornato a crescere nella moda
21 mag 2014
Dopo qualche difficoltà, Marks & Spencer intravede una luce nel segmento Fashion. Il distributore britannico afferma di essere tornato a crescere nel settore Moda nel quarto trimestre dell'esercizio che ha chiuso il 29 marzo.

In Gran Bretagna, la modernizzazione dei reparti moda è approdata alla fase 2. Nel corso della prima fase, 70 negozi hanno già visto i loro reparti di moda femminile rinnovati nel look con, fra l'altro, la realizzazione di spazi per gli abiti e di altrettanti ambienti riservati ai cappotti.
Per i prodotti non alimentari, il piano aziendale prevedeva un ritorno al proprio DNA con "qualità e stile", in sostanza per essere vicino alle proposte di C&A, in termini di leitmotiv. Marks & Spencer assicura di aver fatto crescere di gamma il 70% dei tessuti e di aver utilizzato più pelle, seta e cashmere che in passato.
Tuttavia, malgrado gli sforzi intrapresi per rispettare questo piano, il settore non-food resta complicato. Così, in comparabile, nel corso dell'esercizio 2013/2014, le vendite oltremanica sono aumentate solo dello 0,2%, a più di 11 miliardi di euro (9,1 miliardi di sterline), con un settore alimentare in crescita dell'1,7% e il non alimentare in ribasso dell'1,4%.
A livello internazionale, le vendite sono cresciute del 6,2% a tasso di cambio costante, a più di 1,4 miliardi (1,15 miliardi di sterline). In totale, il gruppo ha visto progredire il giro d'affari del 2,7%, a 12,6 miliardi (10,3 miliardi di sterline), per un utile prima delle imposte in calo di quasi il 4%, a 766 milioni.
Nel nuovo esercizio, l'estero dovrebbe ancora essere prioritario, con un incremento previsto delle superfici di vendita del 10%, contro l'1% circa di progressione previsto a domicilio. In Asia, Cina e India hanno la priorità.
Nella sola India, 100 aperture sono previste a orizzonte 2016, da realizzare insieme al partner Reliance Retail. In Francia, dove Marks & Spencer dispone di 5 flagship, l'accordo di partnership con Relay farà incrementare l'attività nel Food dell'Esagono.
Negli ultimi tre anni, Marc Bolland, il CEO, ha investito oltre 2 miliardi per fare finalmente entrare l'insegna dalla storia lunga 130 anni nel XXI secolo.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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