18 nov 2013
Mapic: una manifestazione dal successo sempre più internazionale
18 nov 2013
Malgrado la negativa congiuntura europea, il Mapic, mercato internazionale dei professionisti del settore degli immobili commerciali, ha ancora una volta avuto successo a Cannes dal 13 al 15 novembre. Questo è il parere della direttrice del salone Nathalie Depetro. Ed è anche quello di molti partecipanti.
Primo motivo addotto da Nathalie Depetro: «Il Mapic è una fiera davvero internazionale, con partecipanti che provengono da 70 Paesi», sottolinea. Di fatto, sugli 8.300 visitatori ed espositori, in questa edizione sono stati 2.500 i francesi, 1.000 gli italiani, 1.000 i russi, ecc.
Ma soprattutto erano rappresentate quasi tutte le regioni del mondo: la Cina (in particolare attraverso il promoter cinese Wanda), l'India, il Brasile, e il Medio Oriente (quest'ultimo certo in maniera meno massiccia rispetto ad alcuni anni fa). Per Nathalie Depetro, la crisi del 2008, che aveva avuto un certo impatto sulle presenze al Mapic, sembra dunque essersi dissolta. La Depetro insiste anche sulla vocazione del salone a farvi intervenire leader da tutto il mondo. «E' questo il nostro obiettivo, piuttosto che realizzare un Mapic in Asia, per esempio», afferma. La società organizzatrice, Reed, è anche alla testa di un'edizione del Mipim in Asia, Mipim Asia.
Certo, un po' come per tutti i saloni di oggigiorno, il Mapic non è una manifestazione in cui le aziende s’impegnano in modo definitivo sui progetti. “Si tratta piuttosto di stringere delle mani”, sottolinea allora Philippe Barbry, presidente di Devred 1902, incrociato fra i padiglioni. «Ma ciò permette di mandare avanti diverse pratiche», puntualizza Emmanuel Goffaux, responsabile retail di Liu Jo.
La fiera ha consentito molti contatti fruttuosi e soprattutto ha dato la possibilità di far meglio conoscere tanti nuovi progetti e di ragionare sui nuovi trend. Riguardo al primo punto, il salone è stato ad esempio l'opportunità per il gruppo Auchan di spiegare nel dettaglio il suo vasto progetto fatto di spazi per il tempo libero, impianti alberghieri ed esercizi commerciali, che alcuni definiscono utopistico, di Europa City, alla periferia Nord di Parigi. Oppure, è stato l'occasione per Apsys (molto orgoglioso della partenza del centro commerciale Beaugrenelle) di poter commentare il suo nuovo progetto, unico, Vil’Up, vicino alla Città delle Scienze, a La Villette.
Poi c'è il capitolo nuove tendenze, che l'organizzatore del salone tenta sempre di captare con iniziative come quella fatta partire l'anno scorso del 'Digital Summit'. Certo, la manifestazione si svolge a porte chiuse (con cinquanta invitati!) il giorno prima della fiera, ma stavolta ne è stato dato un resoconto in una conferenza pubblica. I suoi partecipanti hanno parlato dell'economia di Internet e della sua possibile interazione con i centri commerciali fisici.
Nel programma di conferenze, hanno prevalso argomenti come l'architettura dei centri, alla presenza di Philippe Starck come special guest, ma vi sono anche stati incontri dedicati allo sviluppo dei pop-up, i concept temporanei che stanno invadendo le capitali mondiali e anche i centri commerciali.
«E' ormai evidente», spiega Nathalie Depetro, «che il centro commerciale è diventato un luogo di vita, di legami sociali, soprattutto nei Paesi emergenti, e quindi non solo un posto ideale per lo shopping. Il Mapic ne tiene conto».
Un rammarico di alcuni partecipanti, come Franck Valet, di SCC Vendôme, è stato che il salone non riesca ad attirare gli sviluppatori del settore del lusso. «Sono stati più del solito», precisa però la direttrice del Mapic, precisando: «Il settore immobiliare di lusso vuole mantenere il suo lato esclusivo. Si tratta di un mercato particolare, ancora una volta, soprattutto nei Paesi emergenti, dove le griffe di lusso sono molto presenti nei centri commerciali!».
Jean-Paul Leroy (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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