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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 mar 2018
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LVMH si proietta nel futuro con Hedi Slimane, Kim Jones e Virgil Abloh

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 mar 2018

LVMH non ha perso tempo. Nello spazio di poche settimane, il gruppo del lusso guidato da Bernard Arnault ha annunciato una dopo l’altra tre nomine importanti alla direzione artistica delle sue case di moda principali, Dior, Louis Vuitton e Céline, prendendo tutti in contropiede. L’ultima in ordine di tempo, quella di Virgil Abloh alla testa delle collezioni maschili di Louis Vuitton, sorprende soprattutto per la sua audacia e promette grandi cambiamenti per la maison.

Virgil Abloh al termine dell'ultimo défilé di Off-White in marzo - © PixelFormula


Con l’arrivo inoltre di Hedi Slimane da Céline e di Kim Jones da Dior Homme, il gruppo sembra entrare risolutamente in una nuova fase. Un po’ come il suo rivale diretto, Kering, aveva fatto tre anni fa nominando Alessandro Michele e Demna Gvasalia alla testa rispettivamente di Gucci e di Balenciaga, vedendo successivamente esplodere la crescita di queste due case di moda. LVMH, per cui Dior, Louis Vuitton e Céline generano già dei risultati importanti, rafforza così i suoi asset più dinamici implementando nel contempo una nuova strategia per accelerare il ritmo di crescita.
 
In questo senso, la nomina di Virgil Abloh appare la più significativa. Mentre Hedi Slimane porta con sé la cultura dell’immagine, il designer statunitense di origine ghanese, consulente creativo del rapper Kanye West, fa entrare invece il gruppo nella dimensione del mondo Digital. Abloh diventa infatti il primo stilista lanciato dal mondo del Web ad approdare alla direzione artistica di una casa di moda storica.

Come ha confidato lui stesso in una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian: "Il mio marchio ha debuttato nelle strade e tra i link di Internet". Oggi, lo stilista ha 1,6 milioni di follower sul suo account Instagram e la sua label, Off-White ne ha 3,1 milioni. Una prodezza per questo marchio, fondato nel 2014, che finora ha presentato solamente una decina di collezioni ed è oggi considerato come uno dei brand più cool del mondo.
 
"Ha costruito il suo marchio e la sua reputazione al 100% nel digitale. [Abloh] è stato davvero impressionante, perché ha saputo liberare energia, ed operare con velocità, intelligenza e una forte presenza in Rete. Non ha paura di rischiare e lavorare duramente. La sua nomina costituisce una grande mossa tattica da parte di LVMH. In tutti i casi è la nomina più eccitante, perché Virgil Abloh sembra fatto apposta per creare delle sorprese e l’attesa per le prossime collezioni di Louis Vuitton sarà grande”, commenta un addetto ai lavori dell’ambiente.
 
L’eclettico stilista, di formazione designer e architetto, uomo sempre in viaggio, che salta da una collaborazione all’altra (Jimmy Choo, Levi’s, Moncler, Nike fra gli altri), trova la sua forza nell’attingere dal quotidiano la propria ispirazione in diversi settori, dalla musica all’arte, alla letteratura, rapportandosi anche con accuratezza al proprio pubblico, che è essenzialmente quello dei consumatori nati dopo gli anni ‘80.
 
Fortemente inserito nella cultura attuale e dotato di una grande conoscenza del mercato, come illustrano i riferimenti e le citazioni utilizzate nelle ultime collezioni che ha proposto e la sua maniera di giocare con i mix propri del trend attuale, il designer 37enne possiede il profilo ideale per creare dei ponti tra i codici classici e le tendenze del momento.
 
Come sottolinea il PDG di Louis Vuitton, Michael Burke, che segue da 12 anni il lavoro di Virgil Abloh: “La sua creatitivtà innata e il suo approccio d’avanguardia l’hanno reso imprescindibile, non solamente nella moda, ma anche nella cultura popolare. La sua sensibilità per il lusso e l’artigianalità sarà determinante per immaginare le collezioni maschili di Louis Vuitton del futuro”.
 
Con la sua moda haute couture e streetwear, lo stilista-DJ non mancherà di sorprendere, rafforzando nel contempo l’applicazione di uno spirito da abbigliamento da strada di alta gamma già in parte attribuito a Louis Vuitton Homme dal suo predecessore, Kim Jones, la cui collaborazione con il marchio newyorchese di culto Supreme ha ottenuto un successo senza precedenti lo scorso anno.

Off/White - Autunno-Inverno 2018/19 - Menswear - Parigi - © PixelFormula


Mentre scommette su un nome nuovo per Louis Vuitton, LVMH non rinuncia al talentuoso stilista inglese, poiché, dopo aver fatto le prove da Louis Vuitton, Kim Jones si ritrova ora al comando di Dior Homme, la firma più prestigiosa del gruppo, che potrà far evolvere con maestria e senza intoppi di sorta.
 
In questo, il gigante del lusso mostra un certo pragmatismo. Infatti ha puntato su tre nomi che conosce. Oltre a Kim Jones, Virgil Abloh ha fatto parte dei finalisti del ‘Prix LVMH’ nel 2015 e ha conosciuto il PDG di Louis Vuitton, Michael Burke, in occasione di una collaborazione nel 2006, quando quest’ultimo dirigeva Fendi, mentre su Instagram il figlio Bernard Arnault, Alexandre, si mostra in una foto al fianco del designer dichiarandosi « orgoglioso di accogliere questo grande amico e talento nel gruppo »... e annunciando nel contempo un'imminente collaborazione tra Off-White e Rimowa !

Per quel che riguarda Hedi Slimane, infine, ha lavorato con il ben noto successo da Dior Homme in passato. Inoltre, è a quest'ultimo che il gruppo si è rivolto per garantire il rilancio di Céline dopo la partenza di Phoebe Philo, e soprattutto per guidare il lancio della prima collezione maschile della maison, oltre all’alta moda e al profumo. Ancora una volta, una rivoluzione sembra garantita!
 
Tre scelte ben ponderate, quindi, con uomini di esperienza che sapranno gestire eredità culturale e tradizione, apportando anche uno slancio nuovo, e aggiungendo a Louis Vuitton e Dior il giusto tocco di streetwear e un approccio digitale, avvicinando le due storiche case di moda al tanto ambito pubblico dei Millennials.

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