Louis Vuitton: il duo Virgil Abloh-Nicolas Ghesquière sarà una scommessa vincente?
Dalla “donna francese”, chic e moderna, presentata lo scorso marzo durante la Settimana della Moda femminile, al défilé multietnico e street couture svelato nel corso della recente Fashion Week maschile, il messaggio inviato da Louis Vuitton al mercato non può essere più chiaro. Con Nicolas Ghesquière alla testa delle collezioni femminili e Virgil Abloh al timone dell’Uomo, la firma del lusso ora non sembra più rivolgersi a due pubblici di genere, ma piuttosto a due segmenti diversi.

A vedere Rihanna presentarsi alla prima sfilata firmata da Virgil Abloh per il marchio principale di LVMH in un completo bianco identico agli outfit della collezione maschile Louis Vuitton per la primavera-estate 2019, e in più esibendo le borse monogrammate bianche e trasparenti che sarebbero poi state svelate durante lo show, ci si poteva legittimamente chiedere se il designer americano nato da genitori ghanesi non si fosse spinto un po’ troppo in là, pestando i piedi a Nicolas Ghesquière.
La questione non sembra all’ordine del giorno. La firma francese del lusso ha preso la precauzione di annunciare a maggio che avrebbe rinnovato il contratto di Nicolas Ghesquière. Il tutto per mettere a tacere in modo permanente le speculazioni che stavano nascendo attorno all’eventuale partenza del suo direttore artistico delle collezioni femminili. “Nicolas Ghesquière porta continuità, mentre il marchio si evolve con Virgil Abloh alla guida del menswear”, aveva commentato all’epoca Luca Solca, responsabile del lusso per Exane BNP Paribas, rallegrandosi delle decisioni prese dalla maison, adattate “a un mercato in rapida evoluzione”.
“L’uomo di Virgil Abloh non è il compagno della donna di Louis Vuitton! È chiaro che il marchio si rivolge a due mondi diversi. Louis Vuitton mantiene il posizionamento iperchic con la Donna, mentre con l’Uomo vuole raggiungere i Millennials, i milioni di follower di Virgil Abloh, le reti sociali legate alla musica, ecc.”, sottolinea Stefano Martinetto, il CEO di Tomorrow London Holdings Ltd, specializzata nella distribuzione e nel supporto ai giovani stilisti.
Rihanna, Kanye West, Kim Kardashian, ASAP Rocky, Bella Hadid, Naomi Campbell, Kylie Jenner e il rapper Travis Scott… Il parterre di stelle riunite per la sfilata parigina del designer, il cui marchio di proprietà Off-White ha raggiunto i 4 milioni di abbonati in quattro anni, conferma tale strategia.
In effetti, non si tratta più di completare il guardaroba femminile con il suo contraltare maschile. La nuova strategia di Louis Vuitton, che rappresenta quasi la metà dell’utile operativo del gruppo LVMH, punta a un altro orizzonte in un mercato sempre più globale, segmentato e concorrenziale. In questo senso, il marchio ha ulteriormente rafforzato i suoi team assumendo in aprile Francesca Amfitheatrof (ex Tiffany) nell’incarico di direttore artistico delle linee di orologi e gioielli.

“L’idea è di estendere l’universo Louis Vuitton, la sua capacità attrattiva e in particolare il suo pubblico. Virgil Abloh e Nicolas Ghesquière hanno entrambi una visione molto chiara e possono fare molto bene rimanendo ognuno per conto proprio. È un messaggio molto forte”, analizza Andrew Keith, presidente delle insegne cinesi Lane Crawford e Joyce Boutique.
“Queste scelte mettono in risalto soprattutto l’elasticità della griffe, e la sua abilità ad ampliare il proprio orizzonte puntando di volta in volta sul suo patrimonio culturale e stilistico, i suoi valori e su altri elementi complementari”, sottolinea.
L’arrivo di Marc Jacobs alla direzione artistica della Donna di Louis Vuitton nel 1997, considerata una mossa audace all’epoca, aveva già segnato una pietra miliare, permettendo al marchio francese di entrare con vigore nel nuovo millennio con le sue borse spolverate da uno stile antiquato a colpi di graffiti. Oggi, la locomotiva dell’impero LVMH alza la posta in gioco.
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