London Fashion Week: apertura con il gender-bender storico di Edward Crutchley
Problema alla corte dei Tudor: i gai baronetti sembrano in cammino per recarsi a un rave party. Uno show alquanto geniale quello servito dal brillante Edward Crutchley, scozzese che si è fatto le ossa da Louis Vuitton. Una collezione maschile rivelatrice di una Londra post-Brexit ancora un po’ stordita dai risultati positivi delle ultime elezioni generali, che fanno rinascere la speranza in un Paese incondizionatamente aperto a coloro che vengono da altri luoghi.

Signori che indossano crinoline e kimono da geisha, dandy in camicie da notte a fiori, dame chic e severe in pantaloni da uomo a scacchi e giacche da aviatore con le spalline... Molti volumi per una collezione leggermente grottesca, ma va bene così. L'occhio è attratto da jacquard abbaglianti e da brillanti tessuti stampati su seta, mescolati con motivi mimetici e colori vivaci. Ovviamente, la collezione non presenta molte cose che si possano indossare per strada, ma una visione entusiasmante sul potere che ha la moda di distruggere confini vecchi di secoli, codici di abbigliamento e punti di vista moralistici.
“Abiti di corte “Mantua”, periodo Edo in Giappone, abiti da matrimonio giapponesi, riferimenti storici che vanno dal 1680 al 1830... Senza essere troppo riverente, ho voluto anche lavorare le texture, i motivi e gli stampati in modo che la luce giocasse sull’intera collezione”, ha spiegato lo scozzese Crutchley, che ha lavorato a Parigi per Kim Jones da Louis Vuitton nello scorso decennio. L’estetica di Edward Crutchley è lontana anni-luce da quella da sartoria sportiva di Jones, ma la sua riscrittura dei codici della moda è qualcosa che influenzerà qualcuno, perché il ragazzo è dotato.

I modelli neri, bianchi, ispanici o asiatici hanno sfilato fra le mura di Ironmongers Hall, magnifico edificio in pietra rivestito all’interno di pannelli lignei e ritratti della famiglia reale. Il luogo ideale per il défilé di Edward Crutchley, che s’impegna in una rilettura della storia della moda per proporre un guardaroba contemporaneo. Anche la musica seguiva questo percorso: un gruppo di punk rock suonava su strumenti medievali. In breve: una rumorosa celebrazione della cultura alternativa britannica.
Un solo dettaglio ha posto dei problemi: l'ubicazione relativamente remota della sfilata, a Est di Londra. Dei piccoli gruppi di giornalisti e buyer continuavano ad arrivare mentre i modelli già uscivano da Ironmongers Hall. Peccato per loro, hanno perso un momento di moda eccentrica e gratificante.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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