Adnkronos
15 lug 2014
Lingerie: quali prodotti per le clienti cinesi?
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15 lug 2014
In occasione dei saloni Mode City e Interfilière Paris, sono stati comunicati i primi risultati di un sondaggio condotto presso le consumatrici cinesi di biancheria intima. Un'inchiesta i cui risultati saranno rivelati integralmente in octtobre a Interfilière Shanghai, e che mostra consumatrici che si rivelano sempre più alla ricerca di capi innanzitutto comodi, ma anche velatamente sexy.

I push-up (non sorprende) sono i modelli più apprezzati dalle clienti cinesi. Sorprende invece il fatto che i plunge arrivino in seconda posizione, in un Paese in cui le scollature non sono particolarmente tollerate o apprezzate, con le coreane che sono le sole clienti asiatiche a farne un uso disinibito.
Ancor più sorprendente il fatto che i reggiseni a balconcino siano al 3° posto, mentre i modelli coprenti arrivano in 4° posizione. Questi ultimi restano comunque particolarmente importanti per i seni più piccoli, perché permettono di evitare qualsiasi gioco del reggiseno. Infine, i modelli a fascia o guaina occupano il 5° posto.
Per quanto riguarda il pezzo inferiore, le mutandine a vita bassa e i bikini sono senza dubbio i più apprezzati, lodati dalle consumatrici per il loro medley tra confort e moda. Sono ricercati anche i modelli classici e a taglio alto, e anche i boyshorts stanno cominciando a trovare un loro pubblico. In compenso, i brand non dovrebbero proporre dei modelli string alle cinesi, che li apprezzano molto poco.
"Ma c'è la voglia di provare qualcosa di diverso", avverte Marie-Dominique de Fondaumière, direttrice dei saloni Interfilière Shanghai e Shanghai Mode Lingerie. "I corpi cambiano, perché si evolvono le abitudini alimentari e la chirurgia estetica si comincia a diffondere anche là. Inoltre, le consumatrici viaggiano sempre di più, scoprendo così altre abitudini di consumo".
Sfide per i marchi esteri
Argomento frequenza degli acquisti: il 60% delle consumatrici compra della lingerie fra le 3 e le 5 volte l'anno. Solo il 10% di loro lo fa più di 5 volte all'anno, mentre il 28% lo fa solo una o due volte. "Come prezzi, c'è una vera soglia psicologica a 1.000 yuan (circa 120 euro), in particolare sui modelli coordinati", precisa Marie-Dominique de Fondaumière. "Ma se prima le clienti si accontentavano di sostituire i modelli usati, ora vogliono divertirsi e parlano di acquisti fatti d'impulso. Ma non perché un modello sia alla moda, o provenga da nuove collezioni".
Per un marchio internazionale, c'è un importante dettaglio, tanto evidente quanto sorprendente, che può ostacolare la conquista del mercato cinese: il nome. Alla domanda circa la loro conoscenza di marche estere, le clienti citano soprattutto Victoria’s Secret, ma confessano delle difficoltà a ricordarne il nome. Sarebbe pertanto opportuno e consigliabile di utilizzare nomi di marchi semplici da ricordare, lontani da una complessità troppo occidentale. Inoltre, una sfida per le griffe straniere è di far conoscere i loro punti vendita, perché le clienti che conoscono dei marchi stranieri ammettono però di ignorare totalmente dove trovarli.
In Cina, le colorazioni a tinta unita sarebbero da preferire ai motivi grafici, associati a una clientela più matura. E i completi non sono particolarmente popolari, l'89% delle cinesi ne hanno solo tra uno e cinque, contro il 43,5% che possiede fra i 6 e i 10 reggiseni indipendenti. E il colore di questi ultimi si allinea prioritariamente su quello del pezzo superiore indossato. Nero, carne, bianco e rosa sono i toni più apprezzati, davanti al fucsia, al rosso, al beige e al grigio. Il verde mela, il bordeaux, il giallo-arancio e il lavanda sarebbero invece da evitare.
E in un mercato in cui il 70% delle clienti privilegia i modelli leggeri, Marie-Dominique de Fondaumière suggerisce di vendere dei copri-capezzoli con reggiseni meno opachi.
Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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