11 ott 2012
Levi Strauss: l’Europa salva il trimestre
11 ott 2012
E' il colmo per Levi Strauss. E' il Vecchio Continente a salvare, per così dire, il trimestre, o quanto meno ne limita il calo. Nel corso del terzo trimestre del proprio esercizio, il produttore di jeans di San Francisco ha visto crescere le vendite in Europa a tasso di cambio costante del 12%, a 206 milioni di euro (266 milioni di dollari USA).

Nello stesso tempo, esse sono calate del 4% sul continente americano, ma soprattutto sono calate del 21% in Asia, che ha pesato per 120 milioni sul periodo. In totale, Levi Strauss ha visto le sue vendite da giugno ad agosto diminuire del 4%, a 852 milioni di euro (1,1 miliardi di dollari USA). Ma in dollari il calo è stato del 9%! In compenso, l'utile operativo è leggermente aumentato a 87 milioni anche se l'impatto del tasso di cambio è stimato a 25 milioni e la chiusura di Denizen in Asia a 45 milioni.
Per Chip Bergh, il boss del gruppo, la sfida è migliorare il margine e concentrarsi sul cuore del business aziendale, e prende come esempio lo stop di Denizen in Asia, e l'outsourcing tramite licenza negli Stati Uniti di 'Levi’s Boys'.
Infatti, il gruppo di San Francisco ha recentemente annunciato il ritiro di Denizen dai mercati asiatici entro la fine del 2013. Una decisione sorprendente, visto che il brand era stato concepito e lanciato proprio per partire alla conquista dell'Asia. Contestualmente, a novembre se ne andrà Aaron Beng-Keong Boey (dal 2005 in Levi Strauss), il responsabile delle operazioni commerciali per l'area Asia-Pacifico e dello stesso marchio Denizen. Andrew Martin, il vicepresidente finanziario della regione, gestirà l’interim.
Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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