30 mar 2010 - Dinh Van ha chiesto a Lapo Elkann di reinterpretare il braccialetto Pi, uno dei best-seller della maison. Il nipote di Gianni Agnelli, che ha lanciato il suo marchio di abbigliamento e accessori senza logo, ha deciso di unire la fibra di carbonio a un diamante nero o bianco.

Bracciale Pi Independent

Chiamata «Pi Independent», strizzatina d'occhio al nome della sua azienda Italia Independent, questa mini collezione si compone di braccialetti maschili e femminili, fra cui una manchette da polso, e un'edizione limitatissima di pendenti (7 esemplari solamente, il numero feticcio di Lapo) a prezzi compresi fra i 270 e i 1.000 euro.

La direttrice marketing di Dinh Van, Emeline Fonvielle, spera che l'associazione con questa icona dello stile - Vanity Fair l'ha incluso l'anno scorso nella sua classifica degli uomini meglio vestiti – aiuterà il marchio a stabilirsi in Italia, di gran lunga il primo mercato europeo dei gioielli.

Dal suo acquisto nel 1998 da parte di Eric Laporte ed un gruppo di altri investitori, Dinh Van ha arricchito la sua catena distributiva in Francia (con 9 boutique in proprio, aggiungendovi una presenza in 90 negozi multimarca), ma anche nell'export, con una cinquantina di punti vendita in Belgio, Portogallo, Svizzera, Medio Oriente, Hong Kong e Giappone. L'Italia e la Germania costituiscono i suoi prossimi obiettivi.

Lanciato nel 2000, il braccialetto Pi, le sue declinazioni e quelle degli altri gioielli creati da Jean Dinh Van (sempre presente all'interno della maison), come i braccialetti “Manetta” o “Lama di Rasoio” e la linea “Seventies”, uscita nel 2001, hanno portato il fatturato del brand a raggiungere quasi 16 milioni di euro. Ma moda e gioielleria continuano a coltivare legami sempre più stretti: il gioielliere italiano Bulgari ha infatti appena chiamato lo stilista Matthew Williamson, per dare nuovo slancio alla sua pelletteria.

(Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Les Echos)