Pubblicato il
22 mar 2009
22 mar 2009
Lalique chiude la sede vicino a Parigi e si sposta in Alsazia
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22 mar 2009
22 mar 2009
22/03/2009 - La cristalleria Lalique, riacquistata un anno fa dal gruppo svizzero di lusso Art et Fragance, chiuderà la sua sede di Combs-la-Ville nella periferia di Parigi e concentrerà le sue attività a Wingen-sur-Moder in Alsazia. La notizia è giunta dai rappresentanti del personale, mercoledì 18 marzo e la direzione della maison, sollecitata dall'AFP, ha fatto presente di non volere rilasciare dichiarazioni.
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Secondo due rappresentanti del personale, l’esercizio di Combs-la-Ville dovrebbe essere chiuso da qui a fine giugno o inizio luglio. Sulle 38 persone che vi lavorano, trentadue saranno licenziate. Inoltre, indica la stessa fonte, 18 posti verranno eliminati anche nella sede di Parigi.
Lalique prosegue dunque nell’esecuzione del suo "piano di crescita" che prevede un investimento di 12 milioni di euro da qui al 2012, un ammodernamento della produzione e della logistica e l’acquisizione di collaboratori come, ad esempio, gruppi immobiliari o alberghieri.
"La chiusura di Combs-la-ville era stata prevista sin dalla riacquisizione, ma proiettata al 2011/2012. La direzione ha poi deciso che occorreva accelerare i tempi a causa della crisi", ha dichiarato all'AFP un rappresentante del personale che ha richiesto l'anonimato.
La sede di Combs-la-Ville comprende laboratori di creazione di oggetti decorativi (lampadari, specchi, fontane, tavoli, ecc.) e svolge funzioni logistiche. Se Combs-la-Ville fa le spese di questa riorganizzazione - anche se il Presidente Silvio Denz aveva garantito in occasione della nuova acquisizione di non volere ridurre gli effettivi - la sede di di Wingen-sur-Moder sarà potenziata.
Unico luogo di produzione di Lalique con circa 260 dipendenti, a Wingen-sur-Moder dovrebbe arrivare un nuovo forno "à bassin" che permetterà un aumento della produzione. Prima del nuovo acquisto da parte di Art et Fragrance, la società contava 600 dipendenti (due terzi in Francia), ottanta dei quali sono stati licenziati nel 2008.
Di Elena Passeri
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