17 dic 2012
Lafuma valuta il suo impatto ambientale
17 dic 2012
Lafuma si lancia nella valutazione dell'impatto sull'ambiente che ha ciascuno dei suoi prodotti, inserendosi così in quel filone che costituisce una delle attuali sfide dell'industria tessile e dell'abbigliamento. L'estate scorsa, la Sustainable Apparel Coalition, che riunisce giganti del settore come Adidas, Nike, Walmart e simili, annunciava la realizzazione di un indicatore chiamato "High Index", che vuole rappresentare lo strumento unico e standardizzato per la misurazione dell'impatto ambientale dei prodotti di abbigliamento. Il mondo industriale vuole così prendere l'iniziativa, mettendosi avanti rispetto alle legislazioni future, soprattutto a livello europeo, come già accade in materia di etichettatura ambientale nel settore automobilistico e degli elettrodomestici.

Lafuma gioca oggi la stessa carta. Ma mentre la Sustainable Apparel Coalition si basa essenzialmente su criteri definiti dall'industria stessa (combinazione degli strumenti del gruppo Nike e dell’Eco-Index istituito dall’Outdoor Industry Association), Lafuma ha dichiarato di essersi basato sulla documentazione fornita dal WWF sull'argomento.
Per la prima stagione, il gruppo ha creato uno strumento battezzato 'Ecoefficiency', che ha lo scopo di "valutare in maniera automatica tutti i prodotti delle collezioni". Per ora, Lafuma, Millet e Eider sono agli inizi dell'utilizzo di questa tecnologia, che dovrà consentire loro di orientare e ottimizzare la loro progettazione eco-compatibile.
In sostanza, "l’Ecoefficiency si basa su un approccio di analisi del ciclo di vita dei prodotti e permetterà a tutti di conoscere l'impatto sull'ambiente dei prodotti Lafuma, dalle materie prime che li costituiscono alla loro fine-vita, passando per la produzione e il trasporto", spiega il gruppo nella sua presentazione.
Il marchio Lafuma, nella sua collezione 'Eco Life', propone due modelli per l'inverno 2013/2014 sviluppati ottimizzando tali prestazioni. Uno è stato prodotto negli stabilimenti del gruppo. L’altro da un partner, per testare i due circuiti. Da Eider sono stati analizzati otto prodotti, per avere un primo valore di base sul quale lavorare per le prossime stagioni. E' stato della partita anche Polartech. Il marchio ha potuto così analizzare il suo impatto sull'ambiente, comprese le emissioni di anidride carbonica, dalla fase di produzione dei materiali all'uscita dalle proprie fabbriche. Nelle prossime stagioni, all'interno del gruppo le analisi e le applicazioni dirette che ne risulteranno dovrebbero aumentare.
Come Lafuma, alcuni marchi sembrano optare per un riavvicinamento con gli operatori identificati come affidabili riguardo ai valori ecologici. Esprit, per esempio, si è unito alla campagna “Detox” di Greenpeace, "allo scopo di eliminare i rifiuti industriali di prodotti chimici pericolosi nella produzione di tessuti e abbigliamento". Tutto questo dovrebbe evitare a questi produttori di essere accusati di greenwashing da parte dei consumatori più consapevoli e sensibili a questi fenomeni.
Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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