Kering non esclude molti tagli di posti di lavoro per agevolare la vendita de La Redoute

Il gruppo francese del lusso Kering ha dichiarato che sarebbero necessari tagli significativi per agevolare la ristrutturazione delle perdite che sta subendo da tempo il suo marchio di vendite per corrispondenza La Redoute, che da alcuni anni François-Henri Pinault (proprietario e mente del gruppo ex PPR - e la "R" stava proprio per Redoute...) sta cercando di vendere.

Dopo un incontro con il responsabile finanziario di Kering Jean-Marc Duplaix, presso la sede di La Redoute (società fondata addirittura nel lontano 1875) a Roubaix, una fonte sindacale ha dichiarato che circa 700 posti di lavoro sarebbero a rischio. La stessa fonte ha aggiunto che il dipartimento per le relazioni con i clienti del gruppo, che impiega 180 persone, potrebbe anche essere esternalizzato.

Un portavoce di Kering ha rivelato che il colosso transalpino ha ricevuto tre offerte per La Redoute, con tutti i potenziali acquirenti che hanno riconosciuto la necessità di una riorganizzazione del brand, ponendo l'accento sulla logistica e l'Information Technology, ma sembra che per il momento non vi sia in corso alcuna trattativa in esclusiva per la sua vendita e che nessuna delle proposte pervenute sia ancora riuscita a convincere i vertici di Kering.

Fonti vicine alla pratica hanno svelato la scorsa settimana all'agenzia di stampa Reuters che Kering sarebbe pronto ad iniettare almeno 300 milioni di euro (414 milioni di dollari) nelle casse de La Redoute per aiutarla a trovare un acquirente.

La Redoute è l'ultima delle imprese che operano nel settore del retail controllate da Kering, che da alcuni anni ha deciso di concentrarsi sui beni di lusso (con il marchio Gucci come fulcro della divisione) e sull'abbigliamento sportivo (con Puma al centro). L'uscita di Kering dal settore retail è iniziata con la cessione dei grandi magazzini Printemps nel 2006.

Entrata nell'orbita di PPR (oggi Kering, appunto) nel 1994, La Redoute ha già conosciuto molte ristrutturazioni: dagli oltre 5.000 dipendenti che aveva alla metà degli anni 2000, la società è passata oggi a contarne circa 2.500 in Francia, e all'incirca 900 all'estero.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters