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24 nov 2013
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Kering, l’UICN e il CCI danno vita a una partnership per un commercio dei pitoni più responsabile

Pubblicato il
24 nov 2013

Il Gruppo Kering, il Centro per il Commercio Internazionale (CCI) e l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (con il suo gruppo di esperti di boa e pitoni dell’UICN/SSC) hanno lanciato la "Partnership per la salvaguardia dei pitoni", un progetto di collaborazione che ha lo scopo di rendere il commercio di pitoni più responsabile e di far evolvere l'intero settore.

Una borsa in pitone firmata Gucci. Foto: Gucci


Questo programma di ricerca triennale si dà come obiettivo quello di analizzare e di formulare raccomandazioni sul rispetto dello sviluppo sostenibile, sulla trasparenza, sul benessere degli animali e sulle risorse delle popolazioni locali in materia di commercio di pitoni.

I dati e le conclusioni scaturite da questa ricerca andranno ad alimentare le procedure adottate dalla CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Faunistiche e della Flora Selvatica minacciate d'estinzione). Esso fornisce ai Paesi coinvolti un quadro di riferimento per gestire il commercio delle specie minacciate di estinzione, in modo che questi scambi commerciali costituiscano una risorsa per le popolazioni locali e non minaccino la sopravvivenza delle specie allo stato selvatico.

I risultati e le raccomandazioni della "Partnership per la salvaguardia dei pitoni" saranno messi a disposizione di tutte le parti interessate sotto forma di rapporti e di articoli scientifici sottoposti a un comitato analizzatore, al fine di far progredire il commercio dei pitoni in generale.

Le ricerche si concentreranno su cinque aree-chiave: assicurare un monitoraggio delle catture di animali selvatici per rendere l'approvvigionamento più sostenibile; rendere possibile la differenziazione fra gli animali allevati in cattività e gli animali selvaggi utilizzando tecnologie innovative; sviluppare e promuovere le norme più esigenti possibili in termini di benessere degli animali; cercare i modi per migliorare le tecniche di allevamento in cattività; comprendere meglio l'impatto del commercio di pitoni sulle risorse delle popolazioni locali.

La gestione del programma sarà affidata a un comitato direttivo composto da esperti di Kering, di Gucci, uno dei principali marchi di lusso del gruppo, del gruppo degli esperti in boa e pitoni dell’UICN/ SSC, oltre che dal CCI, in collaborazione con altri esperti esterni.

"Questa collaborazione fra settore privato, ONG, organizzazioni internazionali e organismi pubblici costituisce un importante passo avanti, una vera e propria svolta, che permetterà agli attori del settore di affrontare le sfide con le quali il commercio dei pitoni è chiamato a confrontarsi", ha dichiarato Marie-Claire Daveu, direttrice dello sviluppo sostenibile e degli affari istituzionali internazionali di Kering.

Tale commercio, monitorato dalla Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Faunistiche e della Flora Selvatica minacciate d'estinzione (CITES), riguarda mezzo milione di pelli ogni anno e rappresenta vendite nell'ordine di un miliardo di dollari (771 milioni di euro) all'anno, secondo il rapporto realizzato con l'aiuto del Centro Internazionale del Commercio, un'agenzia dell'ONU, e di 'TRAFFIC', un programma comune del World Wide Fund for Nature (WWF) e dell'UICN.

Secondo il documento, le affermazioni secondo le quali più del 20% delle pelli esportate provengono da animali di allevamento non sono "credibili", perché i costi di allevamento sono superiori ai prezzi di vendita delle pelli. L'impiego di pitoni selvatici mette in pericolo la specie, in quanto questi animali sono spesso catturati prima di aver avuto il tempo di riprodursi, secondo il rapporto.

L'Indonesia, la Malesia e il Vietnam sono i principali Paesi fornitori di un commercio che transita per oltre il 70% da Singapore verso l'Italia, la Germania e la Francia.

Jean-Paul Leroy con l'AFP (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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