Jennyfer rilevato da un gruppo di investitori guidati da Sébastien Bismuth
Lo scorso maggio, il marchio di moda femminile Jennyfer, in preda a molte difficoltà, ha annunciato di essere alla ricerca di un nuovo azionista: oggi ha annunciato l’arrivo nel suo capitale di un consorzio di attori internazionali del digitale e della moda guidato da Sébastien Bismuth, ex boss del marchio di lingerie Undiz fra il 2012 e il 2018. I loro nomi non sono stati divulgati, né l'ammontare della loro partecipazione, ma rimane il fatto che il loro insieme va a rappresentare la maggioranza azionaria della società fondata nel 1985.

In settembre, il 45enne Sébastien Bismuth diventerà così il presidente-investitore di Jennyfer. Il comunicato stampa pubblicato precisa che gli azionisti storici del marchio, vale a dire i fratelli Grosman (proprietari di Célio) che controllavano la maggioranza delle quote, così come i due fondatori del brand, David Tordjman e Gérard Depagnat, mantengono una quota di minoranza nel capitale sociale, anche se la sua entità non è stata dettagliata.
Il progetto di Sébastien Bismuth, che ha lanciato insieme a Cyrille Tarica il marchio di accessori Moa nel 2002, è quello di radicare Jennyfer nel “new retail”, con l’ambizione che quest’insegna, all’inizio fisica, diventi niente di meno che “la piattaforma digitale della gioventù femminile francese”. Ciò comporterà “lo sviluppo di un marchio multimediale, l'integrazione del digitale dalla creazione del prodotto, la forte complementarietà e interconnessione delle reti fisiche e digitali”.
Il nuovo capo della società si dimostra molto contento di poter “accompagnare la trasformazione di Jennyfer, che deve incarnare lo spirito delle ragazze del suo tempo. Libera, festosa, spensierata, Jennyfer passerà da #wearejennyfer a #wearedigital”. Un cantiere che solleva la questione del mantenimento della rete di negozi del marchio francese.
Jennyfer, che dall’aprile 2018 ha chiamato a collaborare Michel Maire, specialista del risanamento di aziende, possiede una rete di 550 indirizzi nel mondo, 348 dei quali in Francia (tra i quali 188 succursali). Il marchio, che dà lavoro a 1.700 dipendenti, e ha sede a Clichy, ha recentemente subito un calo delle vendite, del quale ha imputato in particolare “i saldi deludenti, i capricci del clima di quest’inverno e gli scioperi”.
Come indicava in maggio a FashionNetwork il manager di transizione Michel Maire, “l’insegna deve trovare più denaro liquido per rinnovare il proprio network. [...] dovendo affrontare, come altri marchi del resto, una disaffezione dei clienti, mentre in questo settore, oggi diventato estremamente concorrenziale, si è innescato un calo dei prezzi” al pubblico.
Da alcune stagioni, il marchio aveva cercato di evolvere il suo target di clienti, staccandosi un po’ dalle adolescenti per puntare maggiormente alle ventenni. Sembra che l'attenzione si concentri nuovamente sulle ragazze di 15-20 anni, clientela storica del brand. Le collezioni seguono alla lettera le tendenze del momento, con un accento streetwear, e mostrano prezzi vicini ai 15 euro per una t-shirt, 25 euro pour un pullover o un jeans, e 60 euro circa per un cappotto.
Copyright © 2023 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.