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5 feb 2014
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Ispo: elevate, ma stabili, le presenze

Pubblicato il
5 feb 2014

L’Ispo non cresce più in termini di visitatori. Ciò nonostante, la manifestazione fondamentale per gli sport in Europa ha fatto ancora il pieno, con presenze sempre attorno alle 80.000 persone. E l'ultima edizione, svoltasi dal 26 al 29 gennaio, non ha fatto eccezione alla regola, con oltre 80.000 persone intervenute, cioè un po' meno delle 81.000 dell'edizione 2013.

L'Ispo resta l'appuntamento imprescindibile per gli specialisti dello sport. (Foto: Messe München)


Due terzi dei visitatori erano stranieri, con forti contingenti venuti dall'Italia, dall'Austria, dalla Svizzera, dalla Francia e dalla Gran Bretagna. Gli incrementi di presenze più significativi sono venuti soprattutto dagli statunitensi e dai russi. "I concept dei padiglioni sono strutturati chiaramente. Per noi, lo svolgimento del salone è stato più che soddisfacente. Abbiamo notato che sta diventando sempre più un salone multisegmento. Come nei negozi multimarca, ogni marchio vi è rappresentato", nota Stefan Wahlén, direttore Europa di Patagonia.

Ma con 2.565 espositori, la fiera, che occupa tutti i 16 padiglioni del centro fieristico di Monaco di Baviera, sostanzialmente non può più crescere. «E' stata un'edizione molto positiva. Ho avuto l’impressione che ci sia stata più gente di un anno fa, ma a dire il vero questa volta abbiamo deciso di non filtrare l'ingresso allo stand», commenta Eric Pansier, responsabile marketing di The North Face.

«L'Ispo è andato molto bene. E' l'appuntamento dei key accounts e dei maggiori indipendenti», puntualizza Pierre-Jean Touchard, direttore della filiale francese di Salewa (Salewa, Dynafit…). «Ci sono stati più dettaglianti, che non si vedevano più in questi ultimi anni. Questi sono alla ricerca di marchi che abbiano proposte anche più “esotiche”. C'è una reale volontà di differenziarsi perché gli esercizi commerciali sono sempre più iperconcentrati», prosegue.

Una necessità ancora maggiore che, come sottolineava alla conferenza che ha preceduto il salone Werner Haizman della confederazione europea dei dettaglianti di sport (la Fedas), gli indipendenti non vogliono giocare la carta dei prezzi. In compenso, malgrado l'importantissima annata sportiva 2014, con appuntamenti di primissimo piano come i Giochi Olimpici Invernali di Sochi fra gli altri, il clima troppo mite potrebbe complicare la situazione.

Nel 2013, l’obiettivo di una stabilità delle vendite non ha potuto essere raggiunto. I negozi di sport in Europa l'anno scorso hanno visto la loro attività regredire del 4%, a 36 miliardi di euro. Il primo mercato, la Germania, è calato del 2%, a 7,2 miliardi.

Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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