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23 giu 2015
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Imperial: il processo creativo incontra le nuove tecnologie

Pubblicato il
23 giu 2015

Imperial Fashion, azienda italiana leader nel comparto fast fashion ha infatti rinvigorito la partnership con l’Università di Bologna in occasione di ReUniOn, la convention di tre giorni organizzata dall’Alma Mater dal 19 al 21 giugno per riunire da tutto il mondo i laureati dell’ateneo bolognese.


Nel fitto calendario di appuntamenti in programma a Bologna, la giornata di sabato 20 giugno 2015 ha visto protagonista l’azienda Imperial all’interno della Tavola Rotonda tenutasi nella Sala degli Atti presso Palazzo Re Enzo “Moda 3.0 e Fast Fashion: il processo creativo incontra le nuove tecnologie”.

Ad inaugurare il talk è stata la domanda “Come si fa a passare dall’idea all’industria?”. Un prima risposta è arrivata da Adriano Aere, Fondatore e Presidente di Imperial, il quale dopo aver spiegato il DNA di Imperial e la sua collaborazione con l’Università di Bologna, è stato affiancato da Fabio Vitali, Professore Associato Confermato del Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria che ha raccontato il  “Creative lab”, progetto ideato in sinergia con l’Alma Mater per valorizzare i migliori talenti di domani coinvolgendo  il Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria (DISI), il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIN), il Dipartimento di Scienze Aziendali (DISA)  e l’Area Ricerca e Trasferimento tecnologico dell’Ateneo.

In particolare, Vitali ha voluto enfatizzare come esista attualmente un investimento globale, e di grande entità, sulle capacità culturali e scientifiche dell’Ateneo Bolognese. Imperial ha voluto investire su questo Know-How, sapendo che solo attraverso la coltivazione di nuovi talenti e sviluppo di progetti innovativi sia possibile ottenere risultati significativi in termini di cultura, ricerca e occupazione.
 
Ma quali sono questi progetti che possono concretamente aiutare la crescita del comparto moda e delle sue aziende?Francesca Tomasi, Ricercatore del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Alma Mater Studiorum, ha descritto alcuni tra i progetti più significativi che rivoluzioneranno il mondo della moda per portarla verso una Moda 3.0. La Tomasi ha parlato di digital humanities, ovvero di come le nuove tecnologie offrano ai giovani professioni innovative una volta legate al campo della cultura e dell’editoria. E se i social media diventano così fondamentali nel targeting e profilazione nella moda, l’arte si evolve nelle prototipazioni virtuali in 3D.

Ma la tecnologia nel comparto moda diventa l’elemento chiave anche nella ricerca di nuovi tessuti, nel managing d'azienda e nella creazione di innovativi modelli di business. Ne è ben consapevole Adriano Aere, per il quale la tecnologia è stata da sempre un partner fondamentale nello sviluppo dell’azienda e che declinata nel progetto "Creative Lab" diventa terreno fertile per la creazione di innovative start up.
 
La parte conclusiva è stata l’occasione per Adriano Aere e Giovanni Matteucci, Professore ordinario e Direttore Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Alma Mater di fare una riflessione condivisa sulla necessità di creare un know how sempre più specializzato, finalizzato allo sviluppo della tecnologia e della moda stessa per aumentare la competitività aziendale e del Sistema Paese più in generale.

Le componenti che rispondono così alla domanda iniziale “Come si fa a passare dall’idea all’industria?” sono tre: l’aspetto economico-aziendale (per garantire l'efficacia produttiva e commerciale), la componente simbolico-immateriale (per determinare il valore di un brand e interpretare tendenze in atto) e la componente tecnologica (oggi particolarmente cruciale e in forte evoluzione in un triplice ambito: creativo, produttivo e comunicativo).

Imperial Fashion, fondata nel 1978 da Adriano Aere ed Emilia Giberti, rappresenta oggi una delle aziende di riferimento del Fast Fashion in Italia. All’Azienda Imperial fanno oggi capo due marchi, Imperial e Please, che convivono nei multimarca del gruppo ma si avvalgono per il resto di staff creativi e distribuzione indipendenti.

Con un fatturato 2014 di 207 milioni di euro, grazie anche all’acquisizione della maggioranza di Dixie avvenuta un anno fa,  Imperial oggi esporta circa il 50% degli oltre 8 milioni di capi prodotti in un anno fra Europa e Asia.

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