Hyères 2017 consacra la Svizzera con Vanessa Schindler e Marina Chedel
La 32^ edizione del Festival Internazionale di Moda e Fotografia di Hyères, che si è conclusa domenica 30 aprile, si è distinta per la qualità delle collezioni presentate, ognuna particolarmente efficace e guidata da un’idea forte. Il che conferma il livello sempre più alto raggiunto da questa competizione per la moda, guidata con passione da tre decenni da Jean-Pierre Blanc.

Il Gran Premio della Giuria ‘ Première Vision’ è stato vinto nettamente da Vanessa Schindler, la cui performance tecnica si è concretizzata in un lavoro innovativo sui materiali che ha conquistato sia il pubblico, che l’ha ricompensata con il suo premio (del pubblico e della città di Hyères), sia la giuria moda, quest’anno presieduta dal direttore artistico della griffe Schiaparelli, Bertrand Guyon.
Riuscendo ad integrare il tessuto in un materiale plastico flessibile con una capacità sorprendente, la Schindler ha inventato un nuovo vocabolario ornamentale e tessile, offrendo giochi di volumi ed effetti di luce inediti. Ci sono voluti due anni di ricerche alla giovane elvetica (29 anni), originaria del cantone di Friburgo, per arrivare a questo risultato.
“Ho voluto riflettere sulla nozione di vestito e tornare ad un’idea di artigianato applicando un’innovazione radicale: stampare dei volumi nei tessuti”, racconta. Durante le sue ricerche scopre l’uretano, un polimero liquido. Una sorta di resina chimica che si fonde nelle fibre del tessuto, sul quale si fissa creando superfici morbide e brillanti.
Dopo un lungo lavoro di osservazione e numerosi tentativi, la designer è riuscita a plasmare questo liquido, il quale, solidificandosi, le permette di occuparsi dei tagli sartoriali. Sotto il gesto della sua mano, il materiale, che fa pensare al silicone, salda i tessuti tra di loro, dà loro volume, sostituisce gli orli, diventando linea sinuosa o disegno. Questo materiale si rivela tanto funzionale quanto decorativo.
Per esempio, un lungo vestito di poliestere trasparente è ornato con conchiglie e serpenti in 3D, che luccicano creando riflessi sotto la luce. Inoltre, l'uretano si trasforma in balze ondeggianti su un top in tulle, in gioielli traslucidi dalle forme geometriche o sui bordi di un cappotto di pelliccia molto chic.
“Ho creato un mondo”, riassume Vanessa Schindler, che condivide un grande atelier vicino Losanna con vari artisti ed architetti. Dopo una laurea alla Haute Ecole d’Art et de Design (HEAD) di Ginevra, ha effettuato stage per due anni da Etudes Studio, Balenciaga (sotto Alexander Wang) e Henrik Vibskov a Copenhagen. È l’ambiente di lavoro e di ricerca dello studio del designer danese che la motiva a riprendere gli studi, ottenendo nel giugno del 2016 un master, sempre all’interno dell’HEAD.

Si tratta della stessa scuola che ha frequentato Marina Chedel (28 anni), la vincitrice del ‘Gran Premio Accessori’ di Swarovski, prima di fare uno stage da Walter Van Beirendonck e di specializzarsi nelle calzature con un master al London College of Fashion, dove si è diplomata nel dicembre 2016.
Introdotto a Hyères per la prima volta quest’anno, il premio per gli accessori moda ha una dotazione di 15.000 euro, con la possibilità di realizzare un progetto con le maisons d’art di Chanel del valore di 15.000 euro.
La giuria, presieduta dal designer di calzature Pierre Hardy, è stata sedotta dal concept originale della stilista, nata a Rio de Janeiro da madre brasiliana e padre svizzero guida di alta montagna, la quale ha concepito delle calzature-scultura in legno e pelle “per far emergere e sprimentare delle nuove sensazioni, più che per camminare”.
Ispirandosi alle montagne svizzere, dove è cresciuta “in mezzo a ramponi, moschettoni e altri tipi di corde”, Marina Chedel ha realizzato dei sandali trasformati in plateau dalle vertiginose zeppe a piedistallo, di volta in volta asimmetriche, inclinate o con la forma dentata delle cime montane "per dare la sensazione di salire, di trovarsi sulla cima di una montagna, di provare l’inclinazione di un pendio”.
Anche un paio di stivali dai tacchi asimmetrici permette a sua volta di avere un’andatura ondeggiante. “Sono interessata prima di tutto dalla tecnologia. Inoltre ho trovato affascinante il poter esprimere un’idea attraverso un oggetto così piccolo come la scarpa. In questo caso, essere in grado di cambiare una postura, un’andatura, per esempio”, spiega.
Il ‘Premio Chloé’ è stato assegnato alla tedesca Gesine Försterling per il suo modello che offre un’interpretazione moderna della donna Chloé. Un esercizio di stile imposto ai finalisti da sei anni e dotato di un montepremi di 15.000 euro. Nel concorso di moda, la stilista di 30 anni, che ha imparato l'arte del ricamo in India, si è distinta per il suo bel lavoro sulla tessitura.

Una menzione speciale dotata di una borsa di 10.000 euro offerta dalla casa di moda Schiaparelli è stata attribuita dalla giuria moda alla finlandese Maria Korkeila (24 anni). Laureata alla Aalto University di Helsinki, questa creativa nell’animo (dipinge sin dall’infanzia), dotata di grande abilità manuale (realizza tutto da sola), ha sovrapposto le immagini della donna super sexy sui corpi dei suoi modelli maschili attraverso delle maglie aderenti o degli stampati su tessuti dai colori caldi.
Infine, la francese Marine Serre, in lizza anche per la finale del ‘Premio LVMH’, è stata scelta dalle Galeries Lafayette per realizzare una capsule collection, che sarà venduta nella rete di negozi dell’insegna transalpina.
Per quanto riguarda gli accessori, la francese Wendy Andreu ha ottenuto il premio del pubblico e della città di Hyères per la sua linea di borse e cappelli. La stilista 26enne ha inventato un materiale, il Regen, che non è né lavorato a maglia, né tessuto, ma solo incollato con il lattice, e che consente di dare forma ad accessori impermeabili.
Per la parte fotografica, la giuria, presieduta da Tim Walker, ha assegnato il suo ‘Gran Premio’ all’irlandese Daragh Soden, che ha ritratto la gioventù di Dublino. Il nuovo premio della fotografia ‘American Vintage’ è stato assegnato allo statunitense Luis Alberto Rodriguez, che ha anche ottenuto il premio del pubblico e della città di Hyères. Il premio per la natura morta è stato assegnato all’olandese Roos Quakernaat.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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