Hermès in sella ad Anversa sulle tracce di Martin Margiela
L'appuntamento era fissato al mattino alla Gare du Nord (Parigi) per una destinazione sconosciuta. Sul pannello del display, il treno alta velocità della società Thalys delle 8:25 indicava semplicemente: “Le sens de l’objet” (“Il senso dell’oggetto”). Si tratta del tema scelto da Hermès come fil rouge per le collezioni e la comunicazione nel 2017. Come ogni anno da 30 anni a questa parte, una festa, molto attesa dai fan del sellaio, celebra il lancio dello slogan.
L’invito, scritto al contrario, avrebbe già dovuto metterci sulla strada giusta… Infatti, è stato ad Anversa che la griffe ha riunito lunedì 22 maggio 240 invitati, per la maggior parte giornalisti provenienti da tutto il mondo.
È della partita anche la direzione artistica della Maison al gran completo con, fra gli altri, Nadège Vanhee-Cybulski che cura la Donna, Véronique Nichanian che si trova al posto di comando dell’Uomo, Christophe Goineau, direttore creativo della seta maschile, oltre ai dirigenti del gruppo e ad alcuni membri della famiglia, incluso il CEO, Axel Dumas, il numero 2, Guillaume de Seynes, e il direttore commerciale, Florian Craen.
Come spiegato dal direttore artistico generale, Pierre-Alexis Dumas, la scelta di Anversa è venuta naturalmente, pensando allo stilista belga Martin Margiela e al suo legame particolare con gli oggetti, tema dell'anno.
Quest’ultimo ha guidato il prêt-à-porter femminile di Hermès dal 1997 al 2003, creando degli oggetti rimasti mitici, dal bottone a sei fori, che permette di disegnare una H con il filo, per sostituire i bottoni-gioiello che lo stilista non voleva, al cinturino da orologio doppio (che sarà copiato da tutti), senza dimenticare il portachiavi “Clochette” riservato alle borse, che trasforma in collana.
La giornata-avventura ad Anversa offerta dal sellaio ai suoi ospiti è stata quindi concepita per essere tutta sotto il segno di Martin Margiela, che del resto ne ha supervisionato lo svolgimento dietro le quinte. Arrivati all’imponente Centraal Station, con la sua volta in acciaio di 43 metri di altezza, gli ospiti sono stati condotti, sempre alla cieca, verso un luogo misterioso. Una enorme costruzione di mattoni, che si rivela essere il magazzino Saint-Félix, ex deposito merci, che dal 2006 ospita gli archivi della città.
“Adoro questo posto, per me è il simbolo di Anversa e del suo porto”, spiega Bob Verhelst, ex collaboratore di Martin Margiela, che ha partecipato, come molti altri complici della Maison, alla riuscita di questa giornata di scoperta.
Dopo aver camminato in un labirinto di lunghi corridoi bianchi, gli ospiti sono portati in una grande sala, dove alcune indossatrici in tuta e collant di colori chiari o neri descrivono cone le parole o la gestualità del corpo alcuni dei capi emblematici di Margiela, creando così un’ultima sfilata immaginaria del creatore di moda.
Gli spettatori di questo show intitolato “Slide show”, messo in scena con finezza da Olivier Saillard, non lo sanno ancora, ma nel pomeriggio scopriranno quegli stessi outfit esposti nella retrospettiva "Margiela, les années Hermès" ("Margiela, gli anni Hermès") al museo della moda (MOMU) di Anversa, momento di sosta in questa giornata piena di sorprese.
Il percorso, che mette in parallelo le creazioni realizzate per Hermès e quelle per la propria maison, rivela la visione e il talento dello stilista-precursore. I suoi modelli eleganti e minimali per Hermès fanno quasi sembrare, paragonandole, le sue creazioni come “barocche”, secondo le parole usate da Margiela stesso.
Sulle grandi foto che completano la mostra ci sono le stesse modelle dello spettacolo, le quali in passato hanno lavorato per lo stilista belga, che indossano i vestiti… Stavolta per davvero! E il cerchio si chiude.
Nel frattempo, i vistatori della giornata hanno potuto partecipare alla festa, serviti da più di 100 giovani donne e ragazzi vestiti e guantati di nero, sull’enorme tavolo collocato lungo “la strada”, l’interminabile corridoio che attraversa i magazzini Saint-Félix Pakhuis, al suono dela musica tzigana del gruppo Klezmicnoiz.
In seguito, sono partiti all’assalto della città, attraversata da un sole inatteso, passeggiando dal quartiere del porto alle strade acciottolate del centro storico per raggiungere il museo, non senza fare una sosta all'Accademia Reale delle Belle Arti di Anversa, nella quale hanno studiato grandi designer, proprio come Martin Margiela.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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