Gucci: una Cruise Collection pungente a Palazzo Pitti
L’invito di Alessandro Michele per il défilé della Cruise di Gucci 2018 era stato posto in una scatola rosa su cui si poteva leggere "Urtica Ferox", una specie di ortica. E infatti ci è stato presentato un défilé prezioso e pungente. Organizzata all’interno di Palazzo Pitti, sulla riva sinistra dell’Arno, la sfilata ha ripreso i personaggi abituali del creatore italiano. Poche differenze dunque con le presentazioni precedenti di Alessandro Michele, a parte forse la cornice.

Dakota e Grace Johnson erano presenti all’evento, così come Stella Banderas. Il suo centro nevralgico era la Galleria Palatina, dove i modelli hanno sfilato di fronte a capolavori di Tiziano, Botticelli, Tintoretto o Caravaggio. Cosa avrebbero fatto questi maestri del Rinascimento a Jared Leto – che indossava occhiali da sole sebbene fosse sera – in accappatoio rosa, pantaloni da sci gialli e scarpe da pugile argentate? Lasceremo che lo decida il fantasma di Sir Harold Acton.
Chi non era presente fisicamente a Palazzo Pitti poteva seguire la sfilata su Instagram. Soprattutto i giovani modelli irsuti che passeggiavano sotto le grandi porte di marmo, teatrali e alteri, su un tappeto beige stranamente banale.

Per le ragazze: degli originali Chesterfield con colli di pelliccia; dei lunghi cardigan; delle maglie da rugby blu e dorate; degli abiti diafani in organza; dei maglioni argentati jodhpur da surf. Siccome Michele ama le sue ragazze un po’ sciocche e pazzerelle, c'erano anche un sacco di nastri e borse portate attorno al collo. E, naturalmente, l'immancabile serpente d’argento ricamato.
Per i ragazzi: delle felpe da tennis deliranti; delle giacche jeans di seta rosa; tipi con giacche da baseball o pantaloncini da tennis bianchi e ancora dei pantaloni tagliati a metà – cioè ben al di sopra della caviglia. E poi dei dandy in giacca e cravatta con il logo Gucci e collane d’oro, i capelli ornati con foglie di metallo dorato.
Un’arpista suonava in un angolo della stanza. Come la collezione, il sottofondo musicale era volutamente eclettico, tanto che andava da "Trying to lift a rock with a bottle on your head" degli Hungry Ghosts, a "Imitazione Delle Campane" dell’orchestra da camera di Berlino. E Alessandro Michele ha salutato percorrendo il percorso con dei jeans strappati e una t-shirt Gucci oversize, imbrattata di vernice.

In soli 27 mesi, lo stilista ha fatto un lavoro straordinario, facendo di Gucci una delle griffe che si sviluppano più rapidamente. La sua è una visione originale, romantica e spesso magnifica. Tuttavia, questa volta si aveva l’impressione che si trattasse di un déjà vu. Tutto troppo familiare, troppo già visto. Sin dall’inizio, il designer è stato molto più amato dai blogger che dai critici professionisti. Ed è su Instagram che si può trovare una ragione per questo, dove si possono vedere molte foto – pubblicate dagli influencer dei social media – delle peonie rosa lasciate in ognuna delle loro camere a Firenze, al fianco di occhiali da sole e berretti da baseball personalizzati con il loro nome. Detto questo, gli influencer non si lasciano influenzare per così poco, non è vero?
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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