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3 mar 2014
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Greenpeace protesta contro l’uso di sostanze chimiche nella moda

Pubblicato il
3 mar 2014

Prosegue la campagna di Greenpeace per chiedere ai marchi dell’alta moda di produrre vestiti senza sostanze chimiche pericolose. In 14 città d’Italia i volontari dell’organizzazione ambientalista hanno manifestato sabato 1° marzo davanti alle vetrine dei negozi di Versace, Dolce&Gabbana e Louis Vuitton.

Gli attivisti di Greenpeace davanti al negozio di Versace a Venezia


Lo hanno fatto vestiti da re e cortigiani per svelare all’opinione pubblica che “Il Re è nudo” e che l’alta moda nasconde un incubo tossico dietro i proclami di esclusività dei propri vestiti, spiegano in un comunicato.

La mobilitazione principale è partita da Roma, dove tre volontari vestiti da imperatore, banditore e cortigiano hanno proclamato un editto che bandisce le sostanze tossiche dai vestiti dei marchi d’alta moda. Gli attivisti hanno consegnato una lettera agli store manager di ciascun negozio, nella quale si dettagliano le richieste di adesione all’impegno “Detox”. A Venezia i volontari hanno proseguito l’azione unendosi alla parata del Carnevale.

«È ora che i marchi dell’alta moda siano all’altezza della loro reputazione e inizino a produrre capi di abbigliamento che non costino la salute del nostro pianeta e il futuro dei nostri figli. Impegnandosi a "Detox", marchi come Valentino e Burberry hanno già dimostrato che si può produrre un’alta moda che non costi nulla al pianeta. Cosa aspettano invece Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana?» chiede Esperanza Mora, Campaigner di Greenpeace Italia.

La mobilitazione segue la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Greenpeace International, “Piccola storia di una bugia fuori moda”, che ha svelato la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti per bambini prodotti da alcune delle più famose aziende d’alta moda, tra cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana.

Queste sostanze vengono rilasciate nei corsi d’acqua non solo durante i processi produttivi, ma anche quando vengono lavati nelle lavatrici, mettendo a rischio la salute di adulti e bambini in tutto il mondo. Alcune di queste sostanze, una volta rilasciate nell’ambiente, possono interferire con il sistema endocrino degli esseri viventi e accumularsi nell’ecosistema.

Protesta di Greenpeace davanti ad un negozio di Louis Vuitton


Al rapporto, pubblicato in concomitanza con l’apertura della Settimana della Moda di Milano, hanno fatto seguito due azioni degli attivisti alla Galleria Vittorio Emanuele e al teatro Metropol di Milano nel corso della sfilata di Dolce&Gabbana. In entrambe le occasioni i giganteschi striscioni raffiguranti la top model russa Eugenia Volodina e un giovane re hanno denunciato la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti dei marchi d’alta moda proclamando “#TheKingIsNaked” e hanno svelato al pubblico le bugie tossiche di Versace e Dolce&Gabbana.

Sono venti le aziende che finora si sono impegnate con Greenpeace ad azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

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