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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
15 mar 2017
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Giorgio Armani perfeziona la riorganizzazione della sua azienda pensando al futuro

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
15 mar 2017

La strategia di Giorgio Armani si precisa maggiormente dopo l’annuncio, dato durante l’ultima Settimana della Moda maschile di Milano, della riorganizzazione del proprio portafoglio. Come anticipato da FashionNetwork.com alla fine di febbraio, a partire dalla stagione primavera-estate 2018, l’offerta del gruppo italiano si concentrerà attorno a tre segmenti distinti, rivolti ad altrettanti diversi target, che porteranno una maggiore chiarezza nella mente dei consumatori, spiegano dall’interno della casa di moda.

Giorgio Armani al termine della sfilata di Emporio Armani di febbraio 2017 - © PixelFormula


Come anticipato, il gruppo riorganizzerà la propria offerta attorno a tre assi di prodotti, ma ora si conoscono con più precisione i contorni di questa nuova focalizzazione: il polo lusso, con la linea principale Giorgio Armani, la collezione di alta moda Armani Privé e la linea di design e arredamento Armani/Casa, la seconda linea Emporio Armani, nella quale confluiranno la linea dai prodotti molto classici Armani Collezioni e l’etichetta Armani Jeans, più casual, pensata per piacere ai clienti più giovani, e la linea più commerciale dallo stile giovane e urbano A/X Armani Exchange.
 
Quest’ultima è oggetto di un riposizionamento e di un cambiamento di strategia. Considerata inizialmente come un marchio di fast fashion, questa collezione per uomo e donna lanciata da Giorgio Armani nel 1991, fino a poco tempo fa è stata distribuita esclusivamente nei mercati americani e asiatici. Il gruppo la presenta ora come un brand “giovane e accessibile” e non più “fast fashion”, e ha dato il via alla sua distribuzione in Europa.

In effetti, la sua offerta si è evoluta. In origine composta essenzialmente da magliette, jeans e polo, la collezione più economica del gruppo in termini di prezzi ha rinnovato la gamma di prodotti nel corso degli anni, passando “da una selezione di capi basic a un guardaroba moderno più completo (la giacca di pelle perfetta, le T-shirt molto morbide, il jeans per tutti i giorni) nell’intento di seguire l’evoluzione dell’espressione di sé dei giovani abitanti delle città di tutto il mondo”, precisa il gruppo in un documento di presentazione del marchio.
 
“Dal 2015, A/X Armani Exchange ha compiuto un altro passo, captando lo spirito e l'inventiva dei giovani creativi urbani, miscelandoli con la sensibilità italiana e un approccio intuitivo e democratico allo stile”, sottolinea ancora il gruppo Giorgio Armani.
 
Per riposizionare la linea in modo migliore, Giorgio Armani ne aveva ripreso il controllo diretto al 100% nel 2014, mentre in precedenza A/X Armani Exchange era gestita da una joint venture con dei partner che ne assicuravano la produzione e la distribuzione su licenza. Grazie a questa operazione, la firma italiana ha potuto rivedere non solamente il prodotto, ma anche la distribuzione del brand.
 
Così, Armani/Exchange è sbarcato in Europa, partendo da Inghilterra, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio e Francia, dove ha aperto il primo negozio a Marsiglia lo scorso dicembre nel centro commerciale “Terrasses du Port”. La distribuzione europea verrà realizzata principalmente attraverso dei franchising, ha comunicato la società.
 
Chiarezza
 
Parallelamente, ha cominciato ad essere più chiara la situazione riguardante la Fondazione Giorgio Armani, creata allo scopo di di garantire la continuità del gruppo. Lo stilista piacentino aveva annunciato lo scorso luglio l’intenzione di creare una fondazione a suo nome, dando così per la prima volta delle indicazioni sui suoi progetti di successione.
 
Sempre molto attivo in azienda, Giorgio Armani non ha mai indicato con chiarezza chi potrebbe essere il suo successore o comunicato i progetti che ha in mente per il gruppo, ma in quell’occasione aveva dichiarato che la fondazione “proteggerà la governance delle attività del gruppo Armani e aasicurerà la loro stabilità nel tempo, nel rispetto e in coerenza con dei principi che sono particolarmente importanti per [lui]”.
 
Secondo le rivelazioni de Il Sole 24 Ore, la Fondazione è stata costituita ufficialmente a fine 2016 da Giorgio Armani, il quale ha versato lo 0,1% del capitale del suo gruppo, vale a dire l’equivalente di 10 milioni di euro, ai quali sono stati aggiunti 200.000 euro, dei quali 40.000 saranno destinati a un fondo di garanzia.
 
La dotazione economica di questa entità potrà essere arricchita da ulteriori attribuzioni patrimoniali dello stilista, “anche a titolo ereditario”, rivela ancora il quotidiano economico milanese, che ha avuto accesso ai documenti relativi alla costituzione della Fondazione. Il che suggerisce chiaramente che la Fondazione Giorgio Armani avrà la possibilità un giorno di prendere il controllo del gruppo di moda.

(Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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