29 feb 2016
Giano rinnova con La Martina e Harmont & Blaine e tratta per acquisire una nuova licenza e un brand
29 feb 2016
Continuare a crescere grazie alle due licenze per la realizzazione e la distribuzione delle calzature dei marchi La Martina e Harmont & Blaine, appena rinnovate per i prossimi 5 anni. E' questo il principale obiettivo della Giano S.r.l., che ha sede a Torre San Patrizio (FM). “Il rinnovo ci premia per il lavoro fatto negli ultimi anni con questi brand, entrambi cresciutissimi (come noi, del resto), sia come fatturato che come valore del prodotto. Nel 2006, sul mercato non c'erano calzature La Martina. Allora abbiamo deciso di prendere gli elementi heritage del marchio argentino per poter abbinare le scarpe che realizzavamo ai loro prodotti. Fino al 2005 eravamo votati a realizzare un prodotto di qualità con maestranze qualificatissime. Cominciando a dedicarci alle licenze abbiamo avuto una crescita esponenziale del business”, dice il 41enne Enrico Paniccià, AD di Giano dal 2002.

Giano gestisce infatti la licenza worldwide per la progettazione, realizzazione e distribuzione delle calzature del marchio argentino legato al mondo del polo (Uomo, Donna e Bambino), che realizza circa 80 milioni di euro di fatturato globale, e anche quella di Harmont & Blaine, il marchio napoletano legato allo sportswear (Uomo e Bambino), con 75 milioni di fatturato worldwide.
L’azienda marchigiana, specializzata nella produzione di calzature Uomo e Donna, negli ultimi anni ha sviluppato anche la realizzazione di stivaleria da donna e la gestione di progetti di calzature per bambini, grazie alla collaborazione produttiva di una azienda locale fortemente specializzata. In questo modo la Giano ha portato al successo il progetto Harmont & Blaine Kids. Le calzature prodotte hanno un range di prezzo (sell-in) che varia tra 70 e 130 euro, il che significa che il prezzo al consumatore (sell-out) varia tra i 170 e i 320 euro. Discorso diverso per la stivaleria donna, che ha un prezzo di sell-in più elevato, tra i 150 e i 250 euro, con conseguente prezzo di sell-out tra i 350 e i 550 euro.
Il canale distributivo si concretizza attraverso la creazione di una rete di agenti/distributori e, in taluni casi, direttamente con il cliente. I principali mercati di Giano sono, nell'ordine, Italia, Germania, Olanda, Hong Kong/Cina, Giappone, Emirati Arabi, Russia e Sud America. Oltre che al theMICAM, la fiera internazionale delle calzature di Milano, Giano partecipa al GDS di Dusseldorf ed al Pitti Uomo dal 2006. La Giano gestisce un numero di clienti worldwide pari a 800 (a cui corrispondono circa 1.000 doors), divisi in 500 in Italia (il 63% del dato complessivo, che generano il 53% del giro d'affari), 250 nel resto d'Europa (sono cioè il 31% e ricavano il 33% del fatturato), e 50 nel resto del mondo (sono il 6%, ma pesano per il 14% sul volume d'affari). Molto buono il 2015 di Giano in Germania e in Medio Oriente.

Giano nasce nel 1946 da un'idea di Umberto Intorbida, nonno di Paniccià, il quale trasforma in pochi anni la sua bottega di calzolaio a Torre San Patrizio in un piccolo calzaturificio. La proprietà odierna fa capo ai coniugi Otello Paniccià (che è anche il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Giuseppina Intorbida ed appunto il loro figlio Enrico). L'azienda fermana, pur rimanendo di fatto una tipica impresa familiare, nel frattempo ha riorganizzato la sua impostazione con elementi di più spiccata managerialità: un Direttore Commerciale, una CFO, un Product Manager, un Direttore di Produzione ed un responsabile interno dello sviluppo prodotto, tutti con esperienze importanti in altre aziende del settore. A queste figure professionali si è aggiunto l'esperto Direttore Creativo Mario Cesetti. Il 99% del fatturato del gruppo è ottenuto con le licenze ed è arrivato per la prima volta nella storia aziendale in doppia cifra nel 2015, a 10 milioni di euro (erano stati 9,7 milioni nel 2014 ed erano 3,3 milioni 10 anni fa).
“Il nostro obiettivo primario è crescere del 10% nel 2016, con il target dei 15 milioni di euro di fatturato fra 5 anni”, puntualizza Enrico Paniccià. “Oggi ci sentiamo ancora troppo piccoli per essere una vera grande azienda del settore calzaturiero, perciò vogliamo acquisire altre licenze, perché siamo bravi a produrre scarpe. Del resto, ci troviamo nel bel mezzo del distretto calzaturiero più grande al mondo, dove trascorrono solo 24 ore tra progettare una calzatura e realizzarla”.
“Il lavoro del licenziatario è affascinante, ma complesso, perché bisogna mettersi il cappello del marchio e pensare come loro e con loro, con umiltà”, continua Paniccià. “E il rapporto tra licenziatario e licenziante è spesso delicato e ha bisogno di esperienza per essere gestito. In questo, la competenza maturata sul campo dalla Giano nel corso dei decenni è significativa, tanto che siamo in trattativa sia per diventare licenziatari di un 3° brand, e posso rivelare che è italiano. Inoltre, stiamo proprio per comprare un marchio (anche questo italiano, ed entrambi si occupano di abbigliamento) su cui fare un investimento continuativo nel tempo occupandoci di una linea di calzature formali (in cui abbiamo competenze specifiche, essendo nati proprio con le scarpe classiche) e che non cannibalizzi gli altri che gestiamo. Comunque intendiamo continuare a mantenere le licenze esclusive con La Martina e Harmont & Blaine, ma in più vogliamo portare l'azienda a competere maggiormente sui mercati internazionali”, rivela l'Amministratore Delegato.

Giano investe tantissimo anche nel sociale: “Vivendo sul territorio da tantissimi anni, ridistribuiamo parte degli utili nella nostra comunità. Siamo impegnati nella onlus Mus-e, cui devolviamo somme per contribuire alla sua attività di facilitazione dell'inserimento dei bambini stranieri nella scuola primaria”, precisa l'AD.
La struttura aziendale dispone di uno stabilimento di 3.000 mq. + 2.000 mq. dedicati alla logistica, completamente ristrutturato, che permette oggi di gestire una produzione che, tra quella interna e quella esterna, raggiunge ormai le 140.000 paia annue. Produzione che viene quasi completamente esternalizzata grazie a 6 aziende produttive partner, mentre rimane totalmente interna l'attività di ricerca, prototipia, modelleria e campionatura. Ad oggi, l'azienda impiega 30 persone dirette, a cui si aggiungono circa 200 dipendenti delle aziende partner che svolgono attività di conto lavorazione per la Giano. L’80% degli addetti negli uffici della Giano è laureato ed under 40.
“Su queste realtà esercitiamo un forte controllo della qualità. Abbiamo introdotto dei sistemi vincolanti di collaborazione e controllo, software gestionali e di magazzino con i quali controlliamo in toto la loro produzione rendendoli di fatto delle vere e proprie filiali produttive della Giano”, indica Paniccià. Inoltre l’azienda si affida ad aziende produttive all’estero per i semilavorati. I prodotti realizzati dalla Giano sono per ll 90% Made in Italy. Il 10% rimanente viene parzialmente realizzato all'estero.
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