Giambattista Valli esalta lo spirito multiculturale degli anni ‘70
Tra un look da giornalista agguerrita alla Oriana Fallaci, con il foulard annodato al collo e un completo in denim nero o con un pantalone dritto e un piccolo giubbotto, e quello da sacerdotessa illuminata in maxi tunica, con il viso che irradia letteralmente luce grazie a un make up di pailette, lunedì 5 marzo Giambattista Valli ha offerto al suo pubblico un revival degli anni ’70, ispirato allo spirito multiculturale che caratterizzava quel periodo.

Una collezione sorprendente, che allontana lo stilista dal suo abituale universo romantico e iper femminile, in cui si ritrovano al contempo influenze mediorientali, una visione un po’ fantasiosa dell’India e la presenza dell’Occidente attraverso outfit dal gusto maschile molto chic e abiti da sera con strascico glamour.
“È un viaggio alla ricerca di se stessi confrontandosi con differenti culture. Ho voluto un mix di culture, una libertà totale di espressione, per far capire che può esistere un’armonia straordinaria nel mondo, senza lasciarsi condizionare dalla globalizzazione”, ha spiegato il designer italiano, che ha fondato la sua maison a Parigi, dove sfila dai suoi esordi.
Motivi etnici in tessuti afgani affiancano abiti con fiori e volant o ancora lane scozzesi, utilizzate soprattutto per eleganti completi tre pezzi a quadri. Micro gilet a uncinetto della misura di un reggiseno o dei bolero in pizzo si infilano su lunghe tuniche monocromatiche o abiti folk.

Per perfezionare questo stile neo-Seventies, le modelle indossano sandali infradito foderati o imponenti stivali e portano una minuscola pochette attorno al collo, appesa ad un laccio come un ciondolo.
Giambattista Valli ha presentato anche una serie di superbi maxi cappotti lunghi fino ai piedi, in pelliccia pelo raso, in brillante velluto a coste, in lana bouclé, grigi a quadri bianchi, ecc. Senza dimenticare il trench versione “dark”.
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