Di
Ansa
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Pubblicato il
8 mar 2010
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Gaultier fa sfilare il mondo
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Ansa
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8 mar 2010
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PARIGI, 8 MAR - Tutti insieme appassionatamente, dal Marocco alla Cina, dalla Russia al Messico passando per Alaska e Tibet, Martinica e India per arrivare a Parigi, sulla passerella di Jean Paul Gaultier, dove il 6 marzo le sue donne si sono trasformate in un elegantissimo simbolo di convivenza multietnica.
Une création du couturier Jean Paul Gaultier, le 6 mars 2010 à Paris. Photo : AFP. |
L'integrazione passa per la moda. Jean Paul non vuole fare un vero discorso politico, ma alla fine lo fa: "Si discute tanto di identità nazionale, io dico che le diverse culture si mescolano come una ricchezza". E lo dimostra. Sin dall'invito si capisce che sotto c'é un discorso: il cartoncino ha l'inconfondibile sagoma geografica della Francia, ma al posto delle sue regioni sono disegnati una ventina di paesi, sparsi per tutti i continenti, uniti dall'estro creativo dello stilista che ha rubato qua e là ispirazioni, stili e decori, trasformandoli in una collezione di pret-a-porter dal sapore molto francese.
E molto forte, colorata, allegra come può esserlo una moda che riunisce pacificamente tante 'lontananze': il tessuto di felpa chiaro, lavorato in nero come un caftano marocchino, diventa un elegante caban da portare con pantaloni di raso che magari, tirati su oltre il seno, si trasformano in abito-calzone. C'é il giaccone blu marinaro da porto del Nord, ma è foderato di seta cinese che risvolta sui revers e si accoppia con la gonna alla Suzy Wong con profondo spacco. Il decoro tibetano sullo scollo del giubbino si accoppia con i sarouel di velluto nero, il cappotto in pied-de-poule da sarto europeo ha una gonna che sembra tessuta nei Balcani.
La sottana tutta rose e crinoline sbuca dal cappottone in tessuto maschile, lungo dietro e tagliato davanti come un giaccone a doppio petto. Le maglie a righe da marinaio si accoppiano alle gonne vecchia Russia, il cappotto classico è doppiato con un caftano di velluto, staccabile. Ci sono gli amatissimi abitini con il seno conico appuntito, un must della maison, ma c'é tutto un gioco di stivali cuissard in seta a decori cinesi che lasciano intravedere i collant in tinte fluo sotto i trench tagliati, portati con grandi turbanti alla creola.
In testa c'é tutto il mondo con tutti i suoi copricapi, anche intrecciati o sovrapposti. Ai piedi, sandali che sembrano ritagliati nei solidi camperos di cuoio ma anche straordinarie decolleté molto a punta che paiono sospese sopra piccole piattaforme da geisha. Cosa vuol dire, che la Francia è il mondo intero? "No assolutamente, è il contrario, significa che nella Francia convive il mondo intero", spiega Gaultier, tracciando così una sottile ma netta linea di demarcazione che lo separa dal classico sciovinismo dei suoi compatrioti.
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