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Pubblicato il
8 set 2011
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Galliano, l'enorme talento di uno stilista consumato da celebrità ed eccessi

Pubblicato il
8 set 2011

John Galliano, uno degli stilisti più luminosi della sua generazione, ha riscritto la leggenda Dior durante un quindicennio esuberante e festoso, che però lo ha ridotto in balia degli eccessi, solo, depresso e malato.

John Galliano
John Galliano. Foto: AFP

Al suo processo per offese antisemite di giugno a Parigi, lo stilista britannico, che usciva da un periodo di disintossicazione, disse di non riuscire a riconoscere quel piccolo uomo rattrappito e astioso seduto in un caffè parigino del Marais ubriaco fradicio, che lanciava invettive ai suoi vicini di tavolo riuscendo a malapena a parlare.

Le immagini del video diffuso su internet, che hanno fatto il giro del mondo, hanno permesso di misurare la profondità dell'abisso nel quale l'ex beniamino del mondo Fashion è precipitato.

John Galliano, 50 anni, si trova alla sbarra per due denunce legate a due episodi avvenuti nell'ottobre 2010 e poi nel febbraio scorso. La maison Dior ha poi licenziato il suo direttore artistico il 1° marzo. Prima di questa sua vertiginosa caduta, Galliano aveva portato al più alto livello delle griffe di lusso la mitica maison Christian Dior, sull'immagine della quale ha regnato supremo, creando per essa in tanti settori, dalla moda ai molto redditizi accessori e profumi.

La sua eccentricità puramente "british" e un'energia creativa fuori dal comune hanno fatto per molto tempo dei suoi défilé l'apogeo delle collezioni parigine. Galliano, vero nome Juan Carlos Galliano, è nato nel 1960 a Gibilterra in una famiglia modesta. Suo padre Juan, anglo-italiano, di professione fa l'idraulico, sua madre Anita, spagnola, è una buona ballerina dilettante di flamenco. In più, ci sono due sorelle: Rosemary e Immacula. Arrivato nella zona popolare del Sud Ovest di Londra all'età di sei anni, il timido ragazzo ha avuto difficoltà a trovare una strada. "La gente di qui non capiva affatto da dove venissi", confidò.

Dopo la prestigiosa Saint Martins School di Londra, dove la sua collezione/saggio finale del corso di studi "Les Incroyables" (“Gli Incredibili”, ndr.), ispirata alla Rivoluzione francese, fa sensazione, Galliano lancia il suo marchio di prêt-à-porter nel 1984. Ognuna delle sue collezioni è accolta come un evento in Inghilterra e, nel 1987, il British Fashion Council lo nomina "designer" dell'anno, primo dei suoi tanti riconoscimenti.

Nel 1990, si stabilisce a Parigi e cambia molte volte finanziatori, soprattutto grazie all'aiuto dell'influente redattrice capo di “Vogue“ Anna Wintour, prima di essere notato da Bernard Arnault, patron del gruppo numero uno mondiale del lusso LVMH, per sostituire Hubert de Givenchy nel 1995. L'anno seguente è quello della consacrazione: Galliano prende il timone dello stile di Dior. Il primo vestito che realizza è un abito indossato da Lady Diana in occasione dei 50 anni della griffe.

Oltre alla qualità delle collezioni, John Galliano si distingue per la sua stupefacente abilità nei tagli, le sue sapienti mescolanze di materiali nobili, la lucentezza dei suoi colori. Quando altri stilisti si accontentano di disegnare dei modelli, lui padroneggia correntemente le tecniche del drappeggio e dello sbieco sviluppate da Paul Poiret e Madeleine Vionnet.

"E' un generoso, che mette in pratica un traboccante overflow", dice di lui la storica della moda Florence Muller. "C'è un lato molto punk in lui" che lo porta ad andare "fino in fondo alle proprie fantasie", che lo conduce talvolta ad "una grande violenza", ma anche ad "una grande autenticità". Le sue sfilate sono dei veri e propri spettacoli, talvolta scioccanti, come la collezione "Clochards" (“Barboni”, ndr.), del 2000, ispirata agli stracci dei senzatetto. Per salutare gli intervenuti, questo dandy provocatore, accuratamente truccato, sfila sempre personalmente in passerella con delle mise spesso sorprendenti.

Oggi “scomunicato” dal mondo Fashion (è stato anche licenziato dal suo marchio omonimo, che appartiene a Dior), John Galliano ha timidamente ripreso con la sua creatività nel periodo estivo, creando l'abito da sposa della sua amica Kate Moss. "Non riuscivo neanche più a tenere in mano una matita. Quella è stata la mia riabilitazione creativa", ha confidato a “Vogue”:

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP

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