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Pubblicato il
19 ott 2015
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Furla vola nel 1° semestre

Pubblicato il
19 ott 2015

Furla mette il turbo nel 2015. Mentre i marchi di lusso sono in difficoltà, in particolare sul mercato asiatico, la firma italiana della pelletteria comunica un invidiabile aumento del 30% nei primi 6 mesi dell'anno, raggiungendo un fatturato di 151,5 milioni di euro.

La nuova boutique Furla di New York sulla 5th Avenue


“Questa performance riguarda tutti i nostri mercati e reti di vendita. Stiamo attraversando un momento magico, che è il frutto della strategia vincente messa in campo in questi ultimi anni”, spiega a FashionMag.com il CEO, Eraldo Poletto.

La chiave di questo successo? “Abbiamo messo il prodotto al centro della nostra strategia. Il segreto è offrire un prodotto di qualità con un servizio eccellente a un prezzo accessibile e ragionevole”, afferma il manager, ricordando che “Furla è il solo marchio Made in Italy posizionato nel segmento premium, segmento che attualmente offre delle grandi opportunità”, sottolinea.

Per distinguersi dai suoi concorrenti diretti Coach, Longchamp, Tory Burch e Michael Kors, l’azienda mette in primo piano anche la sua "italianità". Furla utilizza solo materie prime italiane e produce le proprie collezioni in Italia e in Europa. Per comunicare meglio questo suo lifestyle italiano, ha assunto il celebre fotografo Mario Testino e si è impegnato in una nuova e ambiziosa strategia di marketing raddoppiando gli investimenti in questo campo.

Dodici persone lavorano adesso allo stile di Furla, capeggiato dal direttore creativo Fabio Fusi. Se le borse rappresentano ancora il 70% delle vendite, alcune nuove categorie sono in crescita, come la linea di scarpe da donna, realizzata internamente e lanciata all'inizio dell'anno, e anche la collezione per l'uomo, che è stata concepita “appositamente per il Giappone e l'Asia, dove funziona molto bene".

Furla a New York - Foto: Adnkronos


L'accelerazione dello sviluppo all'estero è stata resa possibile principalmente dal rafforzamento della rete di vendita al dettaglio. Ben 39 nuove boutique Furla sono nate dall'inizio dell'anno in location strategiche. Al 30 giugno, il numero totale di negozi monomarca del brand era di 437, dei quali 208 in gestione diretta, che generano il 65% del giro d'affari.

Nel 1° semestre, questo network di punti vendita in proprio ha registrato un incremento delle vendite del 22% a perimetro comparabile, beneficiando di un rinnovamento della rete con l'adozione del nuovo concept di negozio lanciato nel 2012. L’azienda bolognese è attualmente presente in 100 Paesi e conta anche 1.100 clienti fra i negozi multimarca e i grandi magazzini.

Il mercato italiano vale ormai solo il 20% del fatturato totale, con il primo sbocco del brand che è il Giappone (con il 25% delle vendite totali) seguito dal resto dell'Europa più Medio Oriente ed Africa (30%), dall'Asia-Pacifico (16%) e dagli Stati Uniti (9%). In tutte queste regioni Furla ha registrato delle crescite in doppia cifra: +71% in Asia, +29% in Europa (esclusa Italia), +28% negli USA, +19% in Giappone, +18% in Italia.

La boutique Furla recentemente rinnovata di Tokyo


“In Francia, le nostre vendite sono cresciute addirittura del 50% rispetto allo scorso anno. Si tratta di un mercato in cui siamo presenti da molto tempo, soprattutto nella capitale, dove contiamo due negozi in proprio e siamo distribuiti nei grandi magazzini. Nel febbraio del 2016, apriremo una boutique a Nizza”, annuncia Eraldo Poletto.

Una trentina di nuove inaugurazioni sono previste entro la fine dell'anno nel mondo, in particolare a Shanghai e Singapore, mentre a Roma Furla raddoppierà la superficie del suo flagship di Piazza di Spagna. “Stiamo per perfezionare alcuni progetti di licenze, come i profumi e gli orologi, che possono essere strategici”, conclude Eraldo Poletto, che punta ad ottenere un giro d'affari di 300 milioni di euro nel 2015.

Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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